RECENSIONE: “Anne di Avonlea”, di Lucy Maud Montgomery

Autrice: Lucy Maud Montgomery; Titolo: Anne di Avonlea; Casa editrice: Lettere Animate Edizioni; Traduttore: Enrico De Luca; Pagine 318; Prezzo € 14,90; Pubblicazione: febbraio 2019.


DESCRIZIONE

«Bentornata, Anne, sei un po’ più cresciuta, ma rimani ancora la nostra vecchia, zelante, impulsiva, fantasiosa Anne», così il poeta americano Edwin Markham salutò sul New York American il ritorno di Anne Shirley, che è diventata non solo una valente insegnante di scuola, ma anche un’impegnata fondatrice dell’Associazione per il Miglioramento di Avonlea, ed è circondata da uno stuolo di nuovi personaggi destinati, insieme a quelli già noti, a rimanere nella memoria dei lettori molto a lungo. La presente edizione di “Anne di Avonlea”, curata da Enrico De Luca, propone una traduzione integrale e annotata del secondo romanzo della saga di Anne – composta da undici titoli (nove romanzi e due raccolte di racconti) che coprono quasi l’intera vita della protagonista -, che riscosse un unanime successo al suo primo apparire nel 1909.


RECENSIONE

Proviamo a fare di questo un giorno davvero meraviglioso, un giorno che possiamo sempre ricordare con gioia. Dobbiamo cercare la bellezza e rifiutare di vedere qualsiasi altra cosa.

Qualche istante prima di iniziare la lettura di “Anne di Avonlea” di Lucy Maud Montgomery, secondo volume della saga che ha come protagonista Anne Shirley, il timore di non ritrovare la mia amabile chiacchierona con tutte le sue peculiarità mi ha preoccupata un pochino, lo ammetto. È un istinto quasi inevitabile quello di temere di incorrere in una delusione proseguendo una serie. Tuttavia, “Anne di Avonlea” non mi ha delusa, in alcun modo, anche se non supera “Anne di Tetti Verdi”. Semplicemente, vede l’attuarsi di un percorso di crescita, di cambiamento ed evoluzione e, penso, che questo processo sia del tutto ragionevole, mi sarei stupita del contrario. Dico questo perché ho letto alcuni pareri non troppo favorevoli motivati con “Anne non è la stessa”, vorrei ben vederlo! Il senso di comporre una saga con più romanzi che sono anche di “formazione” (anche, lo sottolineo) è proprio questo, implica che uno o più personaggi debbano subire una evoluzione, una maturazione, una crescita. Ed io reputo che Lucy Maud Montgomery ci sia riuscita perfettamente con Anne Shirley, e anche con Marilla Cuthbert, per certi aspetti.

Senza menzionare dettagliatamente momenti particolarmente significativi contenuti in chiusura del primo libro, se non al fine di giustificare uno dei plausibili motivi del cambiamento di Anne, ma mantenendomi vaga per evitare spoiler a chi stesse leggendo questa recensione senza aver letto “Anne di Tetti Verdi”, ecco che comprendiamo quanto la crescita della nostra Anna sia una conseguenza anche di ciò. Quindi, contesto, avvenimenti importanti, definitivi, età.

Ora ha sedici anni e mezzo e si appresta ad assumere un ruolo di responsabilità, quello di insegnante di Avonlea, un compito che Anne sente profondamente e che offrirà spunti di riflessione davvero interessanti, mi spiegherò meglio più tardi. Andiamo per ordine.

Secondo me, prima di apprestarsi ad entrare nel mondo di questo personaggio così ricco di sfumature, occorre tenere presente con quanto amore, con quanto trasporto Lucy Maud Montgomery lo abbia creato, cosa Anne rappresenti per lei. È proprio l’autrice a esprimerlo, in maniera inequivocabile: un libro scritto con amore, non per denaro. Lei (Anne) è il libro. È reale per me, come se l’avessi fatta nascere… reale e cara. Nella comprensione delle intenzioni di Montgomery e della sua indimenticabile opera, un aiuto che fa una netta differenza ci è offerto, ancora una volta, dalla dettagliata introduzione al romanzo e dal ricco e prezioso apparato di note prodotto dal curatore e traduttore del libro, il professore Enrico De Luca.

Luogo di ambientazione è Avonlea, località fittizia situata in Canada, e in questo secondo capitolo della saga ha sicuramente più spazio nella narrazione, dal momento che Anne si impegna nella fondazione di una Associazione per il Miglioramento di Avonlea. Questo ci fa pensare all’importanza rivestita dal posto, diventato come radice, e la volontà di contribuire, prima idealmente poi pragmaticamente, al suo reale miglioramento.

Non proveremo a migliorare la gente. Ma solo Avonlea. Ci sono un mucchio di cose che si potrebbero fare per renderla più bella.

Anne Shirley è sempre Anne Shirley, con la sua inesauribile vitalità, la sua fervida immaginazione, con la sua propensione a capire in profondità chiunque si trovi davanti, in particolar modo, le persone tratteggiate come “bizzarre”, “strane”, poco convenzionali, riconoscendo, spesso, in loro “spiriti affini” al suo. La sua sensibilità è un elemento che ho ritrovato con immensa soddisfazione, sensibilità ed empatia, desiderio di fare sempre il meglio, perché è anche ambiziosa, ma di un tipo di ambizione che definirei sana, motivante, da esempio. Ho amato molto anche questo secondo romanzo perché, ancora una volta, sono riuscita ad immedesimarmi, a sentire Anne come reale, a comprenderla. È certo riuscita a smussare alcuni tratti del suo carattere, lo trovo credibile. Ma la forza del suo animo, a volte poetico, risalta in diversi momenti della storia, e continua a spiccare tra tutti gli altri,

Sono convinta che ci sono mucchi di angolini bellissimi lì che non sono mai stati visti davvero sebbene possano essere stati guardati. Diventeremo amiche del vento e del cielo e del sole, e porteremo a casa la primavera nei nostri cuori.

In Anne di Avonlea fanno ingresso nuovi personaggi, tutti caratterizzati con palpabile nitidezza; i caratteri e le particolarità di ognuno di loro sono resi vividi da una penna attenta, dal tono spesso umoristico, attraverso scambi e dialoghi tra le parti. Tra i tanti, voglio menzionare il nuovo vicino di Anne, il signor J. A. Harrison, che

prima di aver trascorso un mese ad Avonlea di era guadagnato la reputazione di essere una persona bizzarra… uno svitato.

E chi sarà mai stato a far circolare questa nomea? Ma, ovviamente, la nostra cara chiacchierona Rachel Lynde, indimenticabile personaggio conosciuto in Anne di Tetti Verdi, al cui occhio non sfugge nulla,

Se andassi nella tua stanza a mezzanotte, chiudessi la porta, tirassi giù il paletto delle imposte, e starnutissi, la signora Lynde il mattino dopo ti chiederebbe come va con il tuo raffreddore.

Oltre che per evidenziare l’umorismo arguto nella prosa, mi servo della menzione anche per sottoporre alla vostra attenzione un’altra tematica già emersa nel primo volume della saga, e rimarcata di nuovo proprio in occasione dell’arrivo del signor Harrison ad Avonlea, ossia la sfiducia e il pregiudizio nei confronti degli stranieri, quindi sul tema xenofobia,

Non so che ne sarà di Avonlea, con così tanti forestieri che arrivano. Presto non sarà sicuro neanche dormire nei nostri letti.

A Tetti Verdi arrivano anche due bambini, gemelli, Davy e Dora, che terranno bene impegnate sia Anne sia Marilla, così come ad Avonlea giunge la famiglia Donnell, un ragazzino che sarà alunno di Anne, Paul Irving. Personaggio memorabile è di certo la signorina Lavendar Lewis, spirito affine per Anne. Non mi dilungo molto perché penso che scoprire le dinamiche e lo sviluppo della trama debba essere una piacevole scoperta per i vostri occhi, senza che sia io a svelarvi ogni cosa! Sono certa che gioirete con me nel ritrovare vecchie conoscenze, come Gilbert e Diana, anche loro con qualcosa di nuovo da rivelare e mostrare, e di fare la conoscenza di tutti gli altri.


Mi preme, molto, porre l’attenzione sul nuovo ruolo di Anne nel libro, perché dalla sua esperienza da insegnante trarremo ulteriori motivi di ragionamento e impareremo qualcosa in più su di lei. Il metodo che intende attuare esclude le punizioni fisiche sugli alunni e le umiliazioni (che lei, al contrario, provò), vuole essere uno strumento di aiuto e conoscenza, basarsi sull’ascolto, sulla fiducia, nel rispettare i bambini. Compito dell’insegnante è far emergere il meglio che ogni bambino possiede. In teoria. E si sa che la teoria è una cosa, la pratica tutt’altra faccenda. Come si diventa grandi? Come si impara? Commettendo degli errori, facendo esperienza, sbagliando e imparando dagli sbagli. Sarà una lezione di cui Anne farà tesoro, comprendendo di dover mettere da parte precetti astratti e ricevere, a sua volta, lodevoli insegnamenti dagli alunni stessi.


Lucy Maud Montgomery si è dimostrata ancora una volta una valida compositrice ed espositrice di relazioni, valori, cultura ed espressione del pensiero sociale, abile in giochi linguistici e simbolici, nell’inserire rimandi letterari (innumerevoli le menzioni a Shakespeare, Milton, Wordsworth, Annie H. Ryder) e nel condurci alla conclusione del romanzo facendoci scorgere un nuovo, grande cambiamento all’orizzonte…


Non vedo l’ora di proseguire la lettura della saga, Avonlea mi manca già, soprattutto mi manca Anne, perché…

Aveva ragione. Anne era una creatura luminosa per diritto di nascita. Dopo che aveva incrociato la vita di qualcuno con un sorriso o con una parola gettati come un raggio di sole, il proprietario di quella vita la vedeva, almeno per il momento, come piena di speranze e amabile e di buon auspicio.