RECENSIONE: “Anne di Tetti Verdi”, di Lucy Maud Montgomery (Lettere Animate)

Cari lettori e care lettrici de La Parola ai Libri,
oggi parliamo di Anne di Tetti Verdi di Lucy Maud Montgomery,
nell’edizione pubblicata da Lettere Animate, a cura del professore Enrico De Luca.
Preparatevi perché ho molto da dire su questo romanzo!


SCHEDA TECNICA

Titolo: Anne di Tetti Verdi
Autrice: Lucy Maud Montgomery
Editore: Lettere Animate
Traduzione: Enrico De Luca
Pagine: 344
Copertina flessibile
Prezzo: € 14,90
ISBN-10: 8871123298
ISBN-13: 978-8871123295


PRESENTAZIONE

Anne di Tetti Verdi (Anne of Green Gables), la cui protagonista è stata definita da Mark Twain «la più cara e adorabile ragazzina nella letteratura dall’immortale Alice», non solo riscosse un successo planetario poco dopo la sua pubblicazione nel 1908, ma continua ancora oggi ad appassionare schiere di lettori e a ispirare trasposizioni televisive e cinematografiche (da questo romanzo sono tratti l’anime Anna dai capelli rossi e la serie tv Chiamatemi Anna). La presente edizione del romanzo, curata da Enrico De Luca, propone una traduzione integrale e annotata dell’inaugurale romanzo della saga di Anne – composta da altri otto titoli che coprono quasi l’intera vita della protagonista –, che tributò un’immediata quanto duratura fama alla sua creatrice, la canadese Lucy Maud Montgomery.


RECENSIONE

Non è splendido pensare a tutte le cose che ci sono da scoprire? Mi fa sentire così felice di essere viva… il mondo è talmente interessante. Non sarebbe interessante neanche la metà se conoscessimo già tutto, vero? Non ci sarebbe spazio per l’immaginazione poi, no?

Con quanta emozione e commozione, lettori, sono arrivata alla fatidica parola fine di questo primo volume della saga di Anne Shirley. Conoscevo già la storia, eppure ho sperato con tutte le mie forze, spinta dal potere sprigionato dalla lettura di cui parlo sovente e che, tra le altre cose, ha la capacità di scatenare anche un coinvolgimento talmente totalizzante da imprigionarti nelle pagine, che alcune cose potessero trovare un epilogo diverso da quello che ci si presenta in realtà. Vi è mai capitato?

No, la lettura di Anne di Tetti Verdi non lascia indifferenti, non può lasciare indifferenti, né potrà garantire al nostro animo che resterà intatto e immutato dopo aver attraversato questa storia. Sono pagine ricche, ricche di tematiche delicate, profonde, la loro linfa è costituita da sentimenti veri, puri, dalle mille sfaccettature, di ritratti talmente nitidi, da risultare reali, percettibili con una chiarezza per certi versi spiazzante.

Il romanzo è ambientato in una località fittizia creata dall’autrice, a cui ha dato il nome di Avonlea, e si trova a Nord dell’Isola del Principe Edoardo in Canada, luogo in cui Lucy Maud Montgomery ha vissuto da bambina. Apprendere che, inizialmente, il romanzo venne rifiutato da diversi editori, fa sorridere, in ragione del successo e della fama raggiunti, del favore di pubblico conquistato non troppo tempo dopo che, il libro, venne invece accettato e pubblicato, per non parlare del fatto che ancora oggi, a distanza di tanti, tanti anni, riscuota ancora incredibile interesse, in lettori di tutte le età (per quanto, ci si ostini a relegare il volume ad un pubblico infantile/preadolescenziale, e su questo punto discorrerò in seguito).

La protagonista è Anne Shirley, una ragazzina di undici anni, rimasta orfana di entrambi i genitori. Nonostante il difficile e doloroso suo trascorso, ha un cuore traboccante speranza, fiducia e buoni sentimenti, e possiede una forza incredibile che attinge da una smisurata immaginazione, una caratteristica distintiva, peculiare, una sorta di via di fuga dalla realtà, potremmo considerarla. L’elemento immaginazione ha una rilevanza imponente, è carico di significato ed è ricorrente nelle opere di Lucy Maud Montgomery, ho potuto constatare. Quando la realtà è troppo ostica, dura, e i fardelli da portare con sé diventano pesanti, ecco che i suoi personaggi centrali sfoderano un asso nella manica per riuscire ad affrontare la vita: l’immaginazione. Ho avuto modo di riscontrare questa interessante chiave narrativa sia ne “Il castello blu” sia in “Jane di Lantern Hill” (di cui trovate le recensioni tra gli articoli del blog).

Anne viene adottata, per errore, dai fratelli Cuthbert, Matthew e Marilla; per errore, perché i due avevano fatto richiesta di adozione per un ragazzo, che potesse essere utile nel lavoro a Matthew. Dopo un primo senso di smarrimento e di perplessità, Anne viene comunque accolta dalla nuova famiglia, mostrandosi esuberante, ben diversa dalle altre sue coetanee, ma ben disposta a correggere alcuni suoi difetti, imparare e crescere come si conviene ad una brava ragazza di una famiglia rispettabile.

Il primo personaggio, tuttavia, di cui facciamo la conoscenza è davvero emblematico: la signora Rachel Lynde. Mi sono chiesta se sia stata una scelta casuale aprire il romanzo con la sua figura, considerando quanto il suo ruolo induca a far comprendere aspetti circa la cultura, la mentalità, il costume, le regoli sociali vigenti nell’epoca temporale e nel luogo di ambientazione, fin dalle prime righe. Attraverso molti scambi tra i vari personaggi, e spesso proprio in quelli che vedono coinvolta la signora Lynde, emergono tematiche di rilievo, denunce e provocazioni di Lucy Maud Montgomery che non passano inosservate e che noi lettori, grazie soprattutto alle puntuali note al testo, possiamo cogliere per ampliare ancor meglio il nostro piano conoscitivo del contesto. Mi riferisco, ad esempio, ai pregiudizi verso lo straniero, alla xenofobia, fortemente radicata in Canada in quel periodo, alla questione relativa all’istruzione femminile, considerata come non necessaria, in quanto alle donne occorreva semplicemente impartire un tipo di educazione finalizzata a creare una buona massaia, una buona moglie e una buona madre.

Ed ecco che, con urgenza, si fa avanti la necessità di puntualizzare e smentire una volta per tutte che la saga di Anne Shirley non è stata concepita come romanzo di formazione di esclusiva lettura infantile/preadolescenziale. Al contrario! Perché, se è vero che può essere letto e apprezzato da un giovane pubblico di lettori, è sicuramente vero che le intenzioni di Lucy Maud Montgomery erano quelle di rivolgersi ad un pubblico già adulto, che avrebbe, ad esempio, potuto cogliere e analizzare proprio le tematiche di cui parlavo poco prima. Ho avuto modo di leggere una versione Junior da bambina e di seguire il famoso cartone animato, Anna dai capelli rossi (quanto avrebbe storto il naso, Anne, se avesse saputo che qualcuno l’avrebbe appellata così!), ma è soltanto adesso che mi si è presentata l’occasione di leggere, da adulta, Anne di Tetti Verdi che ho potuto cogliere tante sfaccettature del romanzo, sia emotive sia stilistiche, nonché di spessore letterario, tutti elementi che richiedono una certa maturità e consapevolezza. Credo sia del tutto condivisibile la posizione assunta dal curatore di questa edizione, il professore Enrico De Luca, atta a rivendicare, in un certo senso, un posto diverso da quello che si è voluto attribuire sino ad ora a quest’opera. Oltre alle tematiche che si sono evidenziate poco sopra, aggiungo quelle strettamente legate alla delicatezza della condizione di Anne, orfana e povera, che ha vissuto con altre famiglie, problematiche e, in alcuni casi, violente, l’esperienza dell’orfanotrofio. Se, ancora, non dovessero risultare sufficienti queste argomentazioni, se ne evidenzia un’altra: il testo contiene tantissimi riferimenti e rimandi ad opere letterarie e scrittori stimati e apprezzati da Lucy Maud Montgomery (che vanno ad abbellire ulteriormente lo stile del testo, secondo me). Vi riporto un esempio tra i tanti: il titolo dato al capitolo XXI è una citazione di un verso tratta da Maidenhood dello scrittore statunitense Henry Wadsworth Longfellow.

Questa edizione è sicuramente la migliore finora pubblicata, è evidente la volontà finalizzata al rispetto delle intenzioni di Lucy Maud Montgomery e dell’opera stessa, da parte di Enrico De Luca, che si è occupato della traduzione integrale e del corposo apparato di note al testo, note che ho trovato non solo utilissime, ma preziose, a cui attingere per chiarire aspetti della storia, approfondirne molti e scoprire altre curiosità collegate all’autrice e alla storia di Anne. La differenza tra questa edizione e le altre in commercio, diciamolo pure, è assolutamente lampante ed innegabile. Pensate a quanti torti abbia dovuto subire il romanzo che, nel corso degli anni, si è visto stravolto, tagliuzzato, riadattato, svuotato del suo valore e del suo significato. Sono grata, con sincerità, al professore De Luca di aver investito energia, passione e competenze in questa opera e di avercene restituito una versione il più possibile fedele all’originale, offrendoci la possibilità di apprezzarla senza filtri né manomissioni, una edizione che ci consente di cogliere una moltitudine di elementi narrativi effettivamente fondamentali, sino ad ora letteralmente distorti.

Questo primo volume della saga, Anne di Tetti Verdi, ricopre l’arco temporale degli anni di Anne dagli undici fino ai sedici. La trama segue la sua crescita, il suo inserimento nella nuova realtà di Avonlea, i primi approcci un po’ sbadati da parte sua, ma anche della sua nuova famiglia, il forte sentimento che spinge la ragazzina a desiderare, finalmente, di appartenere a qualcuno, di poter sentire come proprio, un luogo, una casa, una famiglia.

Oh, sembra così meraviglioso il fatto che stia venendo a vivere con voi e che sarò una della vostra famiglia. Non sono mai appartenuta a nessuno… non veramente.

Se Matthew si affeziona quasi da subito a questa chiacchierona incorreggibile, per Marilla sarà un vero e proprio banco di prova riuscire, innanzitutto, ad imparare come si manifestano i sentimenti, a dar loro voce. In fondo, anche Marilla crescerà e si evolverà insieme ad Anne. Ha un cuore buono, ma esteriormente appare sempre rigida, severa, intransigente, ruvida. E anche quando sente affetto, comprensione, empatia, non riesce mai a dimostrarlo.

Marilla la guardò con una tenerezza che non avrebbe accettato di rivelarsi in una luce più chiara di quel morbido mescolarsi di bagliore di fuoco e di ombra. La lezione di un amore che si manifesta in parole dette ad alta voce e sguardi aperti era una di quelle che Marilla non riusciva ad apprendere. Però aveva appreso ad amare quella ragazza esile e dagli occhi grigi con un affetto molto più profondo e forte proprio per la sua mancanza di dimostrazioni.

In questo, ecco la bravura di Lucy Maud Montgomery, nel riuscire a riportare i personaggi a noi lettori per quello che sono realmente, sia esteriormente che interiormente, spesso anche attraverso apparenti dettagli casuali, come un sorriso discreto, uno sguardo intenso, un sussulto del cuore.

Leggendo ho provato una empatia totalizzante con Anne e con quello che attraverso i suoi occhi, vedevo anch’io. Ho sentito la meraviglia, lo stupore, tutto un mondo di immagini e poesia, di appetito verso ogni novità.

Gli occhi di Anne amanti della bellezza si soffermarono su tutte queste cose, abbracciando tutto voracemente; aveva visto così tanti posti sgradevoli nella sua vita, povera bimba; ma questo posto era più incantevole di qualsiasi cosa avesse mai sognato.

Impossibile non instaurare un legame profondo con i personaggi del libro, non sentirsi parte (discreta, certo) degli avvenimenti, quasi come se anche noi fossimo lì quando Anne intraprende il suo percorso scolastico, quando stringe amicizia con Diana, quando cambia il nome ai luoghi per rendere giustizia alla loro bellezza, quando commette degli errori, e ne commette, perché

Ci sono tante Anne differenti in me. A volte penso che sia per questo motivo che sono una persona tanto problematica. Se fossi una Anne soltanto, sarebbe molto più comodo, ma non sarebbe interessante neanche la metà.

Per continuare, siamo sempre vicini a lei quando resta ferma sulle proprie decisioni, si ribella alle ingiustizie, entra in competizione (una competizione positiva e stimolante) con Gilbert, quando ci insegna che, impegnandoci in quello in cui crediamo, attraverso le nostre capacità, possiamo conquistare ogni cosa, raggiungere qualsiasi obiettivo; quando impara il perdono e quando impara la lezione.

Da oggi ho appreso una lezione nuova e preziosa. Da quando sono arrivata a Tetti Verdi ho fatto degli sbagli, e ogni sbaglio ha contribuito a guarirmi di qualche grande difetto.


Perché il personaggio di Anne Shirley suscita tanto interesse e piace così tanto?
Ho provato a ricercarne la ragione in cuor mio: perché Anne è reale. Il lettore non avverte mai questa figura come finta, artificiale, costruita a tavolino e quindi inserita in un testo. Anne è reale, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, la sua forza e la sua debolezza, con tutti i suoi valori e i suoi ideali, i suoi momenti di fragilità, di caduta e di crescita.


Spero di avervi convinto a leggere questo romanzo, perché merita assolutamente tutta la vostra attenzione. Credetemi! Io non vedo l’ora di proseguire il mio viaggio con la lettura del secondo volume della saga, sempre edito Lettere Animate, sempre a cura del professore Enrico De Luca, intitolato Anne di Avonlea.
Fatemi sapere se lo leggerete e cosa ne pensate.


Alla prossima recensione!