RECENSIONE: “Avviso di chiamata”, di Delia Ephron (Fazi Editore)

Cari lettori e care lettrici de La Parola ai Libri,
il post di oggi è dedicato alla recensione di un libro che ho avuto la possibilità di leggere in anteprima
e che esce proprio oggi in tutte le librerie.
Dopo “Siracusa”, uscito lo scorso anno, Fazi Editore pubblica il romanzo di esordio
di Delia Ephron, dal titolo “Avviso di chiamata”,
da cui è stato tratto l’omonimo film con Meg Ryan e Diane Keaton.


SCHEDA TECNICA

Titolo: Avviso di chiamata
Autrice: Delia Ephron
Casa editrice: Fazi Editore
Traduttore: Enrica Budetta
Collana: Le strade
Pagine: 334
Prezzo: € 17,50
Pubblicazione: 20/06/2019
ISBN: 9788893255622


TRAMA

Dopo Siracusa, arriva nelle librerie italiane il romanzo d’esordio di Delia Ephron, sorella della famosa Nora e insieme a lei autrice di film indimenticabili come C’è posta per te.
Eve Mozell è un’organizzatrice di eventi quarantaquattrenne che vive a Los Angeles. Quella da cui proviene è una famiglia di eccentrici artisti. Da tempo la madre ha lasciato il padre per un altro uomo e, ora che lui è divenuto anziano, tocca a lei farsene carico, insieme alle sue sorelle: la maggiore, Georgia, estrosa e brillante, è la direttrice di un’importante rivista e trasforma in moda qualsiasi cosa indossi o dica; la minore, Maddy, è un’attrice stralunata alle prese con una gravidanza imprevista e il conseguente licenziamento dalla soap opera in cui lavora. Il padre, con il suo alcolismo, i suoi episodi maniaco-depressivi, i suoi tentativi di suicidio e le sue assurde storie d’amore e di sesso, è un disastro. Ma Eve ha anche altri problemi: gli impegni lavorativi, le preoccupazioni per il figlio adolescente, l’angoscia per il proprio declino fisico. Per questo esistono le sorelle: nonostante le gelosie e le incomprensioni, basta alzare la cornetta del telefono per trovare un po’ di sollievo…
Le carriere, gli amori e le rivalità di tre sorelle fra New York e Los Angeles: in Avviso di chiamata, romanzo che ha molto di autobiografico, l’autrice svela una serie di squisiti retroscena sulla famiglia Ephron, a partire dall’indimenticabile Nora. Da questo romanzo è stato tratto il film omonimo con Meg Ryan e Diane Keaton (anche regista).


RECENSIONE

Ecco i momenti per cui viviamo, questi incredibili sviluppi familiari che nessuno a parte una sorella può veramente apprezzare.

Quando ho scelto questa lettura l’ho fatto con una curiosa sensazione di entusiasmo che non sentivo da tempo. Sapete, una sorta di presentimento, un formicolio nello stomaco a segnalarmi che il romanzo mi avrebbe riservato una piacevole sorpresa. E l’istinto, ancora una volta, non mi ha ingannata, regalandomi una piacevole scoperta.

Avviso di chiamata è un invito a riflettere su quali siano le nostre priorità, su quanto siamo disposti a sacrificarci per salvaguardare il nostro nucleo familiare, su quanto realmente abbiamo a cuore le persone che ci circondano, perché sarà quasi inevitabile confrontarci con la protagonista, la sua vita, i suoi sentimenti, le sue difficoltà, con le prove che dovrà affrontare. Un romanzo che focalizza molto l’attenzione sui rapporti, sulle relazioni, sulle dinamiche familiari, sui differenti modi di ciascuno nel reagire e gestire gli affetti, gli eventi, il senso del dovere, le responsabilità. Alcuni, lo fanno con generosità, non risparmiandosi mai, altri con egoismo, delegando agli altri, non rinunciando alle proprie ambizioni personali, forse approfittando dei primi che ho menzionato.

La narratrice è la protagonista del libro, Eve Mozell, una donna che ha superato i quaranta anni che si occupa di organizzare eventi, con un vero talento nella comunicazione e nella gestione del suo lavoro.

Sono spontanea e cordiale, formale ma anche affidabile. E’ tutto nella mia voce ed è uno dei motivi per cui sono brava nel mio lavoro: organizzo eventi. Le persone mi ingaggiano per organizzare feste per raccolte fondi o convention aziendali. Sono una grande organizzatrice, bravissima quando si tratta di prevedere cosa potrebbe andare storto, per cui non succede mai. La mia società si chiama No Surprises.

Eve ci trasporta emotivamente e fisicamente nella sua vita, raccontandoci il percorso che l’ha condotta al presente, partendo dall’infanzia fino alla maturità. Avere tutto sotto controllo per lei è naturale, abituata per lavoro ad essere pratica e infallibile. Ma come se la cava nel privato? L’imprevedibilità sarà un po’ un elemento ombra durante il racconto, così come l’evoluzione nel suo animo di sentimenti a tratti netti, a tratti tumultuosi. Ha due sorelle, una maggiore, Georgia, direttrice di una rinomata rivista, e una minore, Madeline (Maddy), attrice di una soap opera, entrambe molto concentrate sulla loro carriera e sulla propria ambizione, poco presenti (fisicamente) per sostenere le incombenze familiari che gravano interamente sulle spalle di Eve.

Tra noi sorelle va sempre così. Ore attaccate al telefono, vite aggrovigliate, ma quando ci ritroviamo davvero faccia a faccia ci tratteniamo. Mio padre può scoppiare a piangere facilmente. E’ sdolcinato. Ma noi abbiamo preso da nostra madre. Non siamo tipi da smancerie.

Tre sorelle, tre differenti personalità, spesso in rivalità, competizione, ma unite dall’affetto (oltre che dal telefono). Penso che la citazione tratta dal romanzo, e che sto per riportare adesso, sia quella più calzante per descriverle:

Georgia camminava come se la strada fosse sua, Maddy ci camminava senza neppure farci caso. Io tendevo a guardare bene dove mettevo i piedi, cercando di avanzare senza dare troppo disturbo a nessuno.

Eve ci racconta della separazione dei suoi genitori, delle ripercussioni che questo avvenimento ha avuto in ciascuno dei membri della famiglia; sua madre decide di rifarsi una nuova vita e si separa non solo dal marito, ma anche dalle sue figlie. Questo aspetto fa emergere la delicatezza del tema che avvolge i divorzi problematici, in cui spesso a soffrirne sono i figli, spettatori incolpevoli di liti, recriminazioni, abbandoni. Da quel momento, tutto cambia, tutto va in frantumi. Suo padre non si riprenderà mai dal colpo, cedendo agli eccessi, alla consolazione illusoria offerta dall’alcol, cadendo ripetutamente in depressione, subendo diversi ricoveri in manicomio, fino ad arrivare alla demenza senile e al ricovero in una casa di riposo. I rari lampi di lucidità non fanno mai illudere Eve, infatti le ricadute sono frequenti. Si trova a dover reprimere, in vista del senso di responsabilità, una rabbia feroce, tagliente e irrisolta verso l’unico genitore che, nel bene o nel male, è rimasto lì, nonostante tutto.

Era troppo difficile spiegare che mia madre non era una madre, il che significava che non potevo rifiutarla. C’era semplicemente un’assenza di qualcosa tra di noi, ecco cosa mi dicevo. Mio padre era un padre: una versione orribile e distorta da casa degli specchi di un luna park.

Quello che si trova ad affrontare Eve è oneroso, il più delle volte pressante, perché a sua volta, essendo moglie e madre di un ragazzo adolescente, Jesse, deve far fronte ai problemi quotidiani che, puntualmente, le si presentano.

Il libro è caratterizzato da un numero sorprendente di tematiche e spunti, argomenti salienti, incalzanti e presentati con uno stile diretto, quali: abbandono, depressione, accettazione di un cambiamento fisico inevitabile con il trascorrere degli anni, alcolismo, senso di inadeguatezza, insicurezze latenti, solitudine, fragilità, ambizione, frustrazione, ricerca di assoluzione, competizione tra sorelle, l’importanza dell’unione e dell’unità familiare, la famiglia stessa, demenza senile. Questo e tanto altro ancora scorre in queste pagine e non vi è stato mai un momento in cui abbia avvertito pesante o opprimente leggere la storia; ciò è dovuto allo stile piacevole, asciutto, immediato, carico di un’ironia tanto sottile quanto intelligente, che conferiscono alla narrazione, al testo, freschezza e scorrevolezza, il desiderio e la necessità di non abbandonare quelle pagine; ci si lascia docilmente conquistare dalla prosa realistica, che induce a sentirsi non solo lettore silente, ma intimo confidente della protagonista.

Avviso di chiamata è un romanzo brillante, intelligente, vero, profondo di cui consiglio vivamente la lettura a tutti, certa che riuscirà a conquistare il vostro favore, come ha fatto con me. E a proposito di verità, credo che a conferire uno stampo di tangibile realismo e di vicinanza alla trama sia proprio il fatto che Delia Ephron abbia scritto un romanzo che per buona parte è autobiografico, inserendo tratti riconoscibili, senza risparmiarsi né nascondersi. Non so se anche per voi sia così, ma nel mio caso, l’elemento autobiografico nelle letture mi attrae irresistibilmente, mi avvicina alla penna dell’autore, facendomi entrare maggiormente in empatia e in profondità con la sua intenzione letteraria e di consente di comprendere con più vigore cosa abbia voluto comunicare e trasmettere con la sua opera.

In questo romanzo di esordio, si riconoscono molti tratti personali, trasferiti in Eve, ma anche negli altri membri della famiglia Mozell, come la figura del padre, alcolista e maniaco depressivo che spesso aizzava Delia contro sua sorella, Nora Ephron (affermata scrittrice e regista – tra i suoi lavori più amati, menziono “C’è posta per te”, “Insonnia d’amore”) provocandola per scatenare rivalità e gelosia nei suoi confronti; i rapporti complessi e difficili con sua madre, l’essere una sorella di mezzo (la seconda di quattro) che ha comportato il doversi sentire costantemente sotto esame, sotto pressione per arrivare a compiacere e piacere per essere apprezzata.

Credo che pochi romanzi siano riusciti nell’intento di raggiungere tale incisività nel riprodurre perfettamente la complessità dei rapporti familiari, in particolare quello che intercorre tra sorelle, legame caratterizzato sovente da momenti di forte conflittualità, seguiti da immediate riappacificazioni, grandi litigi e immancabili riconciliazioni.

Ebbene, romanzo promosso a pieni voti.
Mi ha coinvolta moltissimo, così tanto che adesso non mi resta che recuperare quanto prima Siracusa, perché ho tutte le intenzioni di continuare a scoprire i romanzi di Delia Ephron!



 ALLA PROSSIMA RECENSIONE