RECENSIONE: “Charlotte. La storia della piccola Bronte”, di Antonella Iuliano

Cari lettori e care lettrici de La Parola ai Libri,
oggi vi parlo di Charlotte. La storia della piccola Bronte, di Antonella Iuliano edito da Genesis Publishing, un romanzo che ho letto tutto d’un fiato senza nemmeno accorgermene quasi, provando una empatia straordinaria verso la protagonista. Ve ne spiego la ragione tra un momento.


SCHEDA TECNICA

 


Autore: Antonella Iuliano
Titolo: Charlotte. La storia della piccola Bronte
Editore: Genesis Publishing
Anno: 2016
Pagine: 301
Prezzo: € 11,60 cartaceo – € 3,99 ebook
ISBN-10: 6188290171
ISBN-13: 978-6188290174


SINOSSI

Sono trascorsi pochi anni dalla fine della guerra nella quale Charlotte Stevens ha perso suo padre. Adesso vive con la madre e l’anziana nonna in un paesino nell’entroterra del Suffolk, in Inghilterra, ma nulla sembra soddisfare il suo animo irrequieto, nessuna vera aspirazione è in grado di farle sognare il domani. I suoi giorni di sedicenne si trascinano monotoni fino a quando, in un tedioso pomeriggio, s’imbatte in un libro, un romanzo destinato a cambiarle la vita per sempre: Cime tempestose di Emily Bronte. L’incontro travolgente con le pagine dell’autrice vissuta un secolo prima accende in lei il desiderio smanioso di emozionarsi ancora e ancora, semplicemente leggendo. Sulle tracce di chi ha scritto la romantica a tetra storia di Heathcliff e Catherine, Charlotte conosce una donna che nel suo elegante salotto custodisce tesori preziosi, i grandi classici della letteratura. Qui fa la “conoscenza” di Charlotte Bronte quando la signora Chloe le affida una copia di Jane Eyre. È l’inizio di un grande amore letterario, di un viaggio senza ritorno, di pomeriggi d’incontri e di letture accompagnate da fumanti tazze di tè che pian piano dissipano le nubi all’orizzonte e portano la ragazza a scoprire la propria vocazione: la scrittura. Ma mentre la donna e la ragazza vivono immerse nella dolce fantasia letteraria, la vita ha già scritto per loro la sua trama.


RECENSIONE

1950, Countville, piccola cittadina dell’entroterra del Suffolk.
Charlotte Stevens è una ragazza di sedici anni che trova il suo posto nel mondo grazie alla letteratura.

Prima che uno dei più grandi romanzi della letteratura inglese le cambiasse la vita per sempre, si sentiva un po’ un pesce fuor d’acqua, così diversa dalle sue compagne di scuola, reputate infantili e superficiali; un ambiente per nulla stimolante, la noia e l’insofferenza riempivano le giornate di uno spirito sognatore e ignaro della potenza che può scaturire da un libro una volta che riesce a trovare la strada per arrivare al lettore. Non è difficile cogliere in Charlotte questo animo, irrequieto, si, ma anche affamato di risposte, di ricerca, di comprensione, di uno scopo, di scoprire quale sia il suo dono, di colmare un senso di insicurezza, vuoto e inquietudine, “naturali” in una giovane e sensibile ragazza della sua età.

Alzò lo sguardo al soffitto. Le piaceva fissare un punto indefinito sopra la sua testa e da lì iniziare veri e propri viaggi. Aveva la capacità di estraniarsi dal mondo, di fare in modo che la realtà evaporasse intorno a lei senza muovere un solo muscolo e tutto avveniva con la forza dell’immaginazione.

In un giorno qualsiasi della sua vita, preda della noia e del desiderio di distrarsi, ecco che (letteralmente) inciampa in quello che le aprirà un mondo nuovo e colorato, ricco di emozioni, passioni, possibilità. Vagando nella camera della madre urta contro il baule del letto e ai suoi piedi raccoglie un volume destinato a diventare il suo migliore amico.

Attraverso la fessura tra due tapparelle, un filo di luce cadde obliquo su una copertina verde foglia sulla quale era disegnato un intrico di rami che tracciava una cornice dorata di delicati arabeschi. All’interno nella cornice, impresse nel sottile strato di pelle, con caratteri leggermente incisi sulla superficie, Charlotte lesse: Cime tempestose di Emily Bronte.
(…)
Provò una sensazione indefinibile, quasi ammaliante, nuova per lei: era come se quelle due parole combinate insieme la chiamassero. Quel titolo sembrava capace di comunicare direttamente con la sua anima per mezzo di una strana e a lei sconosciuta magia.

Perché mi sono soffermata con tanta premura su questo estratto? Perché è stato esattamente in questo punto che ho sentito una parte di me emergere, ricordandomi le incredibili emozioni che quello stesso volume è stato in grado di regalarmi, molti anni fa, ormai. La necessità di immergermi nella storia tormentata di Heathcliff e Catherine mi assorbì con la stessa intensità con la quale avvolge la nostra giovane protagonista, che quasi non riesce a staccare gli occhi dal libro, rapita dalla narrazione. Charlotte entra, per la prima volta, nel magico mondo della lettura, dei libri e delle storie che essi racchiudono tra le magnetiche pagine dall’inconfondibile profumo di inchiostro.
Una volta terminato Cime tempestose vien da sé la curiosità di conoscere tutto ciò che ha scritto Emily Bronte, da qui l’incontro con la signora Chloe, la delusione nell’apprendere che, purtroppo, non esistono altri scritti di Emily, il conforto di essere edotta ad altre storie, sempre da lei, la signora Chloe, personaggio centrale quasi quanto la stessa Charlotte. La sua funzione nella storia ricopre, infatti, un ruolo molto rilevante, indispensabile; è lei a guidare Charlotte nel suo elegante salotto, dove custodisce i tesori più preziosi che un lettore possa avere: i libri, in particolare, classici della letteratura. E’ proprio questa nuova amica che la inizia ai grandi classici delle tre sorelle più famose della letteratura: dopo Cime tempestose di Emily, arrivano  Jane Eyre di Charlotte Bronte e Agnes Grey di Anne Bronte; Chloe le mette a disposizione il suo bagaglio culturale, di sapere e di esperienze.

Tu non hai letto un romanzo e basta, al contrario hai lasciato che quel romanzo entrasse nella tua vita tanto profondamente da volerne sapere di più, e sei venuta da me perché speravi di trovare alimento per il desiderio che ti ardeva dentro e che il libro aveva inaspettatamente acceso. Hai lasciato che il romanzo ti leggesse.

Ed è sempre lei a far emergere e riconoscere nella ragazza la scoperta di avere una vocazione nobile, quale la scrittura.  Non è un percorso privo di difficoltà e di ostacoli, certo. Coltivare e irrobustire un dono, un talento, una inclinazione, richiede studio, sacrificio, esercizio, e tanta passione. Se durante il lavoro, poi, ci mette lo zampino anche la vita fuori dalle pagine, fatta di incontri inaspettati, incomprensioni, trame misteriose che fanno capolino dopo molti anni, un primo amore, comprendiamo con quanti colori Antonella Iuliano abbia dipinto questo romanzo.

E’ stato un piacere ritornare alla scrittura vera e autentica di Antonella, dopo il suo primo romanzo Come petali sulla neve, di cui trovate la recensione tra gli articoli sul blog. Uno stile che si lascia riconoscere e apprezzare, perché ha in sé un sentore di antico e moderno mescolati insieme, un sapore tradizionale, letterario, ma non artificioso, né pomposo, non risulta finto, non stona, non disturba il lettore, anzi, lo porta a sentirsi accarezzato dalla sua penna, ad apprezzare con maggiore slancio le storie raccontate, ad essere parte del suo mondo di inchiostro. Io mi sono sentita parte di questo romanzo, dalla prima all’ultima pagina, sono stata partecipe delle scoperte di Charlotte, dei suoi successi (anche umani) e delle sue sconfitte. Ho colto una evoluzione positiva del personaggio quasi come, se pagina dopo pagina, lei stesse crescendo e maturando insieme alla trama ed insieme a noi. E fa riflettere come un evento di poco conto, fortuito, possa scatenare in noi “la tempesta”, aprirci gli occhi su quello che ignoriamo faccia già parte di noi, come il “caso” (o destino?) sia in grado di operare affinché la nostra vita subisca una scossa improvvisa.

Le sovvenne quando più di un anno e mezzo prima si era imbattuta in un romanzo tempestoso, e da quella tempesta non era uscita immune, bensì arricchita, viva, nuova. Quella tempesta di romanzo aveva spazzato via la noia e il tedio di un pomeriggio come tanti, e poi di tutti i mesi che erano seguiti. Quel giorno di marzo dell’anno precedente la sua vita era cambiata davvero (…) Era stato quello l’inizio di tutto. Si domandò come sarebbe andata per lei se quel giorno non fosse entrata nella stanza di sua madre, se non avesse urtato contro il suo baule, se non avesse fatto cadere in libro, Cime tempestose. Come sarebbe stata lei adesso…

Sono molteplici i valori e le tematiche che ne scaturiscono e su cui urge fare menzione: al primo posto, indubbiamente, il potere sconfinato della lettura, un potere capace di cambiare una vita, di consolare, fare piangere di gioia e di commozione, ridere, farti riflettere, farti crescere. I libri avvicinano, anche persone apparentemente distanti tra loro, come Charlotte e la signora Chloe, le uniscono e fanno nascere amicizie autentiche e profonde. Arricchiscono il cuore e l’anima, aiutano a ritrovare la strada quando ci sentiamo smarriti, ci ricordano il nostro valore, ci aiutano a dissipare la paura di non farcela.

Ecco, questo romanzo ha rinnovato in me una forza e una determinazione che stavano per assopirsi, stimolandomi a credere ancora in un mio sogno, di crederci sempre, che non è mai troppo tardi.

Un romanzo inno alla lettura, alla scrittura, ai rapporti umani, ai buoni sentimenti. Lo consiglio a tutti coloro che cercano una storia in cui potersi immedesimare, una storia con cui riuscire a sognare, emozionarsi, perché questa è una storia che rende onore a chi ama leggere e sente di appartenere, anche solo in parte, al mondo d’inchiostro.

Lasciate che la letteratura vi cambi la vita, lasciatevi sorprendere da ciò che la lettura saprà regalarvi e ricordate che mentre voi leggete un libro anche lui sta leggendo voi.