RECENSIONE: “Due donne alla Casa Bianca”, di Amy Bloom (Fazi Editore)

Da domani in libreria per Fazi Editore,
Due donne alla Casa Bianca”, di Amy Bloom,
finalista al National Book Award.


SCHEDA TECNICA

Autore: Amy Bloom
Titolo: Due donne alla Casa Bianca
Collana: Le strade
Numero Collana: 399
Codice isbn: 9788893255240
Prezzo in libreria: € 18
Data Pubblicazione: 29-08-2019


TRAMA

Corre l’anno 1945 e la radio americana annuncia che la vittoria è imminente. Franklin Delano Roosevelt, venuto a mancare da pochi giorni, non ha vissuto abbastanza per vederla con i suoi occhi. In un appartamento di New York suona il campanello: è una donna, gli occhi bordati di rosso e l’aria di chi non ha mai sorriso in vita sua; un cappotto nero troppo grande, le calze in filo di Scozia allentate. È Eleanor Roosevelt, la First Lady. Ha appena perso il marito e si rifugia nell’appartamento del suo vero amore, la giornalista Lorena Hickok. Da qui inizia il racconto della relazione amorosa fra le due donne, una relazione trentennale cominciata all’epoca in cui Lorena viene incaricata di seguire la campagna elettorale di Roosevelt e si insedia così alla Casa Bianca. Molto diverse per provenienza e inizialmente diffidenti l’una verso l’altra, le due donne si scoprono col tempo anime gemelle. Il loro amore è un segreto in realtà notoa tutti, del quale in queste pagine viene messa in scena la dimensione più intima e privata: «Dicevamo sempre: non siamo due bellezze, perché era impossibile dire la verità. A letto invece eravamo due bellezze. Eravamo dee. Le ragazzine che non eravamo mai state: amate, impertinenti, felici e deliziose». Sullo sfondo di questa grande storia d’amore, i fasti della vita presidenziale, le cene con i personaggi di spicco dell’epoca e le grandi contraddizioni di Roosevelt, uomo affascinante e fine stratega, ma nel privato spesso freddo e a tratti crudele.
Con grande delicatezza Amy Bloom ci racconta la difficile e intensa storia d’amore fra Eleanor Roosevelt e l’amica giornalista Lorena Hickok sullo sfondo degli anni della presidenza Roosevelt: un complesso intreccio domestico all’interno della cornice di un’epoca che non smette di affascinare.


RECENSIONE

Questa è la felicità che voglio. Non l’ondata del primo innamoramento, che sommerge ogni imbarcazione portandoci su qualche sponda impossibile. Non cerco frenesia, seminude sotto la meravigliosa bufera di fiori di ciliegio che ricopriva noi e il nostro picnic, nell’angolo più remoto di un parco del Meryland. Non ho bisogno di un altro brutale, accecante tramonto a Gaspé, l’arancione impetuoso che sfrecciava sui prati verdi e gli strapiombi rossi, cadendo nel mare scuro e lasciandoci a procedere tentoni lungo il sentiero, la sua mano sulla mia cintura, portando avanti l’idea che la nostra unica possibilità fosse comprare la casetta in cui dormivamo e non tornare mai più. Mi aveva preso la mano nel buio e mi aveva detto: Vivremo in un posto come questo.

Quello che è riuscita a realizzare Amy Bloom ha del notevole: raccontare la relazione intercorsa tra la First Lady Eleanor Roosevelt e la giornalista Lorena Hickok, romanzandola e permettendo ad una delle due di dare voce al racconto, permeandolo di nitida e documentata veridicità, non era assolutamente facile da concretizzare in una storia che potesse arrivare al lettore con fruibilità. Attraverso un carteggio poderoso (pensate, sono state ritrovate più di tremila lettere intercorse tra le due donne nell’arco di trent’anni) ed altre fonti documentate, Amy Bloom costruisce un romanzo solido, credibile, intrigante ed innegabilmente coinvolgente.

Due donne profondamente diverse tra loro, per provenienza, estrazione sociale, educazione e posizione, che si incontrano, per caso, e si scoprono anime gemelle, amiche, sorelle, amanti.
Eleanor Roosevelt, moglie del più volte Presidente degli Stati Uniti, Frank Delano Roosevelt, cresciuta in una facoltosa famiglia che le ha garantito una educazione ed una istruzione di primo livello, e Lorena Hickok, di famiglia molto povera e vittima di abusi e violenze in età preadolescenziale, che si allontana dall’ambiente familiare per cercare di costruire il proprio futuro contando sulle proprie forze, la propria intelligenza, lottando per conquistare indipendenza, masticando sacrifici e ingoiando non poche sofferenze.

Entrai al college con una borsa di studio che non comprendeva né pasti né vestiti, e feci quel che le ragazze intelligenti ma povere fanno. Le pulizie nelle case. Mangiavo gli avanzi nei piatti degli altri e leggevo i libri di scuola degli altri quando li lasciavano sui tavoli della biblioteca. Non saltavo neppure una festa ed ero la prima davanti al bancone e la prima a ficcarmi in tasca una ciotola di noccioline. Usavo il cappotto come coperta. Non avevo un buon odore.

A lei Amy Bloom affida le redini della narrazione, è sua la voce cui prestiamo ascolto e che racconta, attraverso  un alternarsi di presente e passato, non solo il suo legame con la First Lady, ma anche il suo trascorso, il suo vissuto, e ciò che mi ha colpita è che non si avverte biasimo, non si percepisce una ricerca di commiserazione o pena per quello che ha subito. Il racconto è privo di orpelli e si presenta come un crudo resoconto spesso intriso di una amara ironia. Quello che avrebbe potuto (e con ragione) incattivire qualsiasi essere umano costretto a subire violenze e vivere in povertà, quello che avrebbe potuto tarpare le ali ad uno spirito indifeso e debole, si trasforma in determinazione a voler essere libera, indipendente, diventa motivo di lotta per una rivalsa su un destino fino a quel momento stabilito da altri.

Lorena Hickok si afferma come stimata giornalista, non senza prima aver sperimentato, per forze di causa maggiore, altri lavori, e non senza scontrarsi con gli stereotipi di ruolo maschili, proprio nel giornalismo. Corrispondente dell’Associated Press, non potendo esprimere chiaramente la sua opinione sul clamoroso caso Lindbergh (caso di cui sono venuta a conoscenza leggendo il romanzo “La moglie dell’aviatore” di Melanie Benjamin), Lorena viene inviata ad occuparsi della campagna per la corsa di Roosevelt alla presidenza, ed è in questa circostanza che incontra la prima volta Eleanor,

Ci guardammo attraverso l’imponente specchio con la cornice dorata e mi sistemò il cappello. Poi disse: Siamo donne adulte,ognuna fa il suo lavoro. Chiamami Eleanor. Sorrisi per tutto il tragitto verso casa. Ci vedemmo ogni settimana della campagna, e tanto mi piaceva quel che vedevo che proposi all’Associated Press di occuparmi di lei a tempo pieno quando la corsa di Roosevelt alla presidenza sarebbe entrata nella fase più calda. (…) Mi piacevano la sua statura e la sua energia. Mi piaceva il suo passo lungo e sciolto e i suoi principi progressisti. Insultava conservatori e codardi ogni volta che apriva bocca e io scrivevo tutto. Quando mi vedeva arrivare sorrideva, e io ricambiavo.

Lorena si trasferisce alla Casa Bianca, la sua camera è attigua a quella di Eleanor e vi rimane per dodici anni. Con alti e bassi, il loro legame diventa solido e forte, indiscusso, forse sconosciuto al pubblico, quasi certamente noto al resto degli inquilini della Casa Bianca e allo stesso Presidente, che dal canto suo non si faceva certo mancare storie extraconiugali.

Quello che lega le due donne, scopriamo pagina dopo pagina, non è solo una forte attrazione, ma una complicità profonda, un affetto intenso, una conoscenza intima, sensibile e forte, non esente dal comprensibile dolore di dover vivere questo amore in segreto. Un legame che non sarà mai reciso, nemmeno quando Lorena lascerà la Casa Bianca.

Adoravo essere la piccola, impavida e malmessa scialuppa. E lei adorava essere il faro.

Lorena ci porta a conoscere ogni aspetto di Eleanor, divisa tra il ruolo pubblico, l’immagine da dare, una donna con le sue fragilità, con i propri sentimenti da gestire, ma determinata nel perseguire cause impegnate nel sociale, dalla parte dei più deboli, dei meno fortunati, con spirito nobile e tenace, tanto da renderla e farla restare una figura di riferimento importante nella società e nella politica,

Vedeva giovani, vedeva veterani di guerra. Vedeva socialisti, vedeva mezzadri. Camminava lungo picchetti e donava i suoi onorari interventi alla International Garment Workers. Era noto il suo andare ovunque e incontrare chiunque, dai soldati ai minatori, alle donne che lavoravano in fabbrica alla catena di montaggio. Veniva presa in giro per la solidarietà che dispensava, e per tutta risposta lei raddoppiava la posta. Aderì alla NAACP, l’associazione per la promozione delle persone di colore, quando i bianchi ancora non lo facevano (…) Non si fermava mai. Non leggeva mai la stampa che la riguardava. (…) Non parlava più alle donne di fungere da perfetto esempio morale. Non parlava più a nessuno di quieta virtù. Andava ovunque fosse invitata, e anche in qualche posto in cui non lo era, e parlava fino a diventare afona dei diritti fondamentali delle persone: parità di istruzione, parità di stipendio, parità di rappresentanza e parità di partecipazione.


Ho apprezzato moltissimo questo romanzo. Fin dalle prime pagine ho sentito che non mi avrebbe lasciata indifferente, che avrebbe aperto un varco, tracciato un sentiero, messo radici nel cuore. Non mi sono sentita semplice spettatrice di una storia, ma un’anima che si stava avvicinando, con discrezione, in punta di piedi e rispettosamente, all’anima d’inchiostro che stavo leggendo.
Mi è piaciuta la forma adottata, la scelta di designare Lorena come narratrice, l’alternanza del passato con il presente, rendendo conto di quanto accaduto precedentemente per fornire al lettore una chiave ulteriore di analisi evolutiva e caratteriale dei protagonisti. Mi sono emozionata in diversi punti del libro, avvertendo coinvolgimento ed empatia, necessità di andare anche oltre al testo stesso, e marcare le sensazioni trasmesse attraverso una scrittura pulita, delicata, mai volgare.


Giochiamo col fuoco e ci diciamo che stiamo solamente accedendo una piccola, necessaria candela. Sappiamo che ci è richiesto discernimento, ma in noi tutto grida perché sia visto, vogliamo spiegare le nostre piume.


Sono curiosa di conoscere anche le vostre opinioni in merito a questo romanzo, quindi non mancate di farmi sapere, quando lo leggerete, cosa ne pensate. Ci conto!


ALLA PROSSIMA RECENSIONE.