Cari lettori e care lettrici de La Parola ai Libri,
eccomi qui con una nuova recensione da condividere con tutti voi:
oggi vi parlo del romanzo di esordio di Matteo Secchi dal titolo
Il paradosso della normalità, edito da Il Seme Bianco.
SCHEDA TECNICA
Titolo: Il paradosso della normalità
Autore: Matteo Secchi
Casa editrice: Il seme bianco
Collana: Magnolia
Prezzo: € 15,90
Pagine: 167
Pubblicazione: 28 febbraio 2019
ISBN-10: 8833611205
ISBN-13: 978-8833611204
TRAMA
Qual è la differenza fra una scelta e un’imposizione quando si va a intervenire sulla normalità? VOI è un nuovo partito politico che lavora con onestà e dedizione per aumentare la felicità dei cittadini. Lo fa attraverso l’ausilio dell’IFM (Indice di Felicità Media), proponendo riforme controverse che saranno votate tramite referendum online. Il raggiungimento di uno scopo tanto onorevole, come la felicità dei cittadini, metterà in dubbio alcune certezze etiche. Paolo, Maurizio e Carlo subiranno in prima persona gli effetti di questa nuova realtà.
Siamo pronti per la felicità ma forse non abbastanza per l’altruismo.
RECENSIONE
Il paradosso della normalità è un esordio sorprendente, incisivo, che lascia il segno. Il libro mi è piaciuto davvero moltissimo, è ricco di numerosi punti e spunti di riflessione che non abbandonano il lettore una volta girata l’ultima pagina, ma lo accompagnano a lungo, forse per non lasciarlo mai più, solleticando il senso critico e la coscienza di ognuno di noi.
È ben scritto, per nulla artificioso, piacevolmente scorrevole e limpido, originale e incisivo. Il fatto che contenga tematiche ed elementi dibattuti, che si spostano dalla politica al sociale, mescolati alla complessità (sovente frequente) dei rapporti umani, come quelli che intercorrono in amicizia o in amore, gli conferiscono un taglio ancor più realistico e attuale, in cui ci si può identificare.
Ho provato empatia per il protagonista e narratore della storia, Paolo, un impiegato di banca di trent’anni, un ragazzo concreto, con i piedi per terra, intellettualmente onesto, spesso portato a sopire l’istinto, a non rischiare, ma aperto, con il sopraggiungere delle emozioni, a lasciarsi andare, anche quando forti e cocenti delusioni lo aspettano dietro l’angolo.
Saranno proprio le sue esperienze (e le esperienze di chi è a lui vicino) a mostrarci i limiti di un sistema governativo che si propone di rimettere nelle mani della maggioranza dei cittadini, attraverso un voto on line, importanti decisioni con l’approvazione o meno di leggi politiche-sociali, mirate a fare aumentare l’IFM, ossia l’Indice di Felicità Media,
un valore in grado di quantificare la felicità media dei cittadini. Sulla crescita di quest’indice era basato tutto il programma elettorale. Il nuovo partito preferiva dare meno importanza al Prodotto Interno Lordo e più valore all’Indice di Felicità Media.
Il nuovo partito è VOI e con questo cavallo di battaglia hanno conquistato il consenso e la fiducia dei cittadini, vincendo le elezioni. In un primo momento, Paolo è favorevole a questa alternativa politica e al loro modo di operare, anche perché il VOI sembra finalmente ascoltare la voce del popolo, rispondere ai suoi bisogni, coinvolgendolo sempre nelle scelte. E poi è
formato da gente comune, che si allontanava dall’arroganza della vecchia politica, e si avvicinava alla comunità. La loro priorità era riportare la contentezza nei cittadini e per raggiungere lo scopo impiegavano davvero molta passione. Erano brave persone, lo si percepiva, la loro onestà non poteva essere messa in discussione, anche perché coinvolgevano i cittadini in qualsiasi decisione.
Progressivamente, vivendo esperienze che lo mettono a dura prova, inizia a sviluppare un senso critico, ad uscire dallo schema prestabilito dal pensiero unico dominante, comincia a dubitare, a prendere in considerazione i fattori e le varie situazioni individuali che esulano dall’attenzione collettiva che è pronta ad emarginare le minoranze, prendendo, di fatto, decisioni che le escludono.
«Perché tutto questo odio?», chiedo. «Se abbiamo tutti diritto di essere felici, se siamo tutti capaci di amare, perché tanto disprezzo?». Ma loro non ascoltano, loto semplicemente non possono capire.
L’illusione di essere coinvolti in maniera diretta nelle azioni di Governo (dalle leggi sulla famiglia, a quelle sull’istruzione, ad esempio) non fa rendere conto di quanto la responsabilità derivante dalle scelte in fatto di legge ricada non su chi è al potere, bensì sul popolo, unico vero artefice di ogni scelta.
Il romanzo, tassello dopo tassello, va a scardinare (certo, per forza di cose esasperando i toni e le dinamiche) quello che viene ritenuto il valore assoluto, la forma migliore di Governo; e porta a considerare quanto sia preziosa la libertà individuale di ciascuno, la libertà di pensiero di ciascuno, di espressione, di poter scegliere, di contare, anche se minoranza.
La storia, che si svolge nell’arco temporale di cinque mesi, ci scopre vigili, curiosi, coinvolti, ma anche presi in contropiede, per certi aspetti. La scrittura e lo stile di Matteo Secchi rappresentano la promessa a futuri (spero prossimi) e altrettanto promettenti romanzi, romanzi che sarò felice di leggere!
Il paradosso della normalità è un libro che consiglio a tutti, perché saprà portarvi alla riflessione, senza risultare pesante e pedante. Fatemi sapere il vostro parere.
ALLA PROSSIMA RECENSIONE