RECENSIONE: “La polvere che danza in un raggio di luce”, di Lisa Luzzi

Autrice: Lisa Luzzi; Titolo: La polvere che danza in un raggio di luce; Casa editrice: Armando editore; Pagine 160; Prezzo € 14,00; Anno di pubblicazione 2019


DESCRIZIONE

Il 25 maggio 1895 Oscar Wilde varcava la soglia del carcere, in seguito ad una condanna per “gross indecency”. Dal carcere Wilde scrisse una lunghissima lettera, intitolata “De Profundis”, in cui ripercorre le tappe della sua vita, e in particolare della sua relazione con Lord Alfred Douglas. Ogni pagina è intrisa di dolore e speranza, di anelito all’infinito che placa ogni frivola piccolezza umana. l’autrice scava, con questo lavoro di interpretazione unico e originale, in un mosaico di vite e vicende in cui affiorano i lati più umani di uno scrittore che ha segnato incisivamente un’epoca.


RECENSIONE

Caro Bosie, dopo una lunga attesa senza frutto ho deciso di scriverti io, tanto per il tuo quanto per il mio bene, poiché mi farebbe soffrire sapere che ho trascorso due lunghi anni di carcere senza avere mai neppure ricevuto un rigo da te, né un messaggio, né una notizia, tranne quelli che mi arrecarono dolore. La nostra amicizia, nata sotto una cattiva stella e tanto deplorevole, è finita per me nella rovina e nella pubblica infamia, eppure il ricordo del nostro antico affetto viene spesso a visitarmi e il pensiero che l’odio, l’amarezza e il disprezzo debbano per sempre insediarsi nel mio animo, là dove un tempo regnava l’amore, è troppo triste per me.

(dal De Profundis di Oscar Wilde)

Fine Ottocento, Londra. Un periodo particolarmente brillante per la stella del mondo letterario ed artistico, Oscar Wilde. Proprio quando la sua fama è al culmine della gloria, del successo e della popolarità, la vita ha la meglio sull’arte, e il personaggio Wilde, quello salottiero, esteta, eccentrico, il dandy, viene irrimediabilmente surclassato da accuse infamanti, da un processo severo e mortificante, da una condanna ancora più terribile: la bancarotta, l’interdizione alla pubblicazione delle sue opere, due anni di lavori forzati a causa della sua omosessualità, per lo scandalo della sua relazione con Alfred Douglas,

giovane, bello, capriccioso, sconsiderato, ribelle e incontrollabile

come scrive Lisa Luzzi nel suo saggio “La polvere che danza in un raggio di luce”, pubblicato da Armando Editore.

Penso che tutti quanti conosciate il genio, l’arte di Wilde, la prosa raffinata, elegante, ricercata. I suoi successi letterari (uno su tutti “Il ritratto di Dorian Gray”) imposero la sua personalità nel panorama artistico e mondano dell’epoca, tutti lo acclamavano, tutti desideravano la sua compagnia, tutti lo osannavano. Eppure, poco tempo più tardi, quelle stesse persone lo emarginarono, lo derisero, lo umiliarono. Oscar Wilde perde tutto. Tutto ciò che aveva costruito, tutto ciò che aveva, in termini umani e materiali.

Con rispettosa sensibilità e delicatezza, Lisa Luzzi condivide la sua esperienza di lettura con il De Profundis, “la lettera più lunga di tutta la storia della letteratura epistolare”, probabilmente, analizzando e offrendo una analisi accurata e profonda. Un percorso introspettivo e, come suggerisce il sottotitolo, suggestivo, durante il quale, passo dopo passo, siamo accompagnati dall’autrice ed edotti alla straordinaria esperienza di dolore e rinascita di Oscar Wilde.

Questa epistola, scritta durante gli ultimi mesi di detenzione nel carcere di Reading, nel 1897, ripercorre momenti che hanno segnato la sua esistenza, il senso di vergogna e mortificazione che lo hanno accompagnato in quel duro periodo, l’intenso dolore e travaglio spirituale che hanno indotto, più volte, lo scrittore al pensiero del suicidio, all’ammissione, poi, dei suoi errori, delle sue colpe, dei suoi vizi, alla perdita di valori e alla successiva necessità di redimersi.

La lettura del saggio di Lisa Luzzi è stata toccante, commovente, poetica. Una comprensione alta dell’umano e non solo dell’artista, Wilde. Si percepisce quanto l’opera (De Profundis) abbia fatto scaturire in lei riflessioni profonde, il certosino lavoro di approfondimento e studio che ha condotto, per restituire a noi lettori un testo non fine a se stesso o celebrativo, ma sentito, compassionevole, emozionato, chiarificatore. Le sue parole non offuscano mai quelle di Wilde, non si sovrappongono ad esse, anzi, la scelta di Lisa Luzzi è stata proprio quella di illuminare le varie fasi del percorso di maturazione avvenuto durante la prigionia di Oscar Wilde, avendo cura di cercarne le radici nelle sue opere. 

Ho particolarmente apprezzato la struttura del saggio, la scelta di porre al centro ed in primo piano il De Profundis stesso, dando anche il titolo al suo lavoro con le parole di Oscar Wilde, il fatto che la suddivisione di ogni capitolo abbia come intestazione una frase ben precisa estrapolata dal De Profundis. Dettagli che focalizzano istantaneamente l’argomento di analisi e approfondimento. Le fonti. Un altro elemento che ha arricchito la mia lettura del saggio è stato proprio lo scoprire quante fonti abbia consultato l’autrice, permettendomi di ampliare molte informazioni che non conoscevo, nonostante io, negli anni, abbia infoltito la mia conoscenza di Wilde, attraverso le sue opere e la ricerca di notizie di natura privata e personale.


È un saggio accessibile a tutti, è scorrevole e ben scritto. L’unico consiglio che mi sento di darvi è di leggere prima le opere di Wilde, in particolare “Il ritratto di Dorian Gray” e, soprattutto, il “De Profundis”, per poi godere del testo di Lisa Luzzi.


Sono grata a Lisa di avermi proposto la lettura de “La polvere che danza in un raggio di luce”, un saggio degno di nota davvero, impreziosito dal valore della parola e della scrittura concepito dall’autrice, di aver riposto nelle mie mani una sua preziosa creatura, di avere aggiunto importanti conoscenze al mio bagaglio culturale riguardo una delle più importanti e incisive figure della letteratura dell’età vittoriana.


Devo conservare l’amore nel mio cuore a tutti i costi. Se vado in prigione senza amore che ne sarà della mia Anima?