Libri Distillati: quando non c’è limite al peggio!

Lettori e lettrici de La Parola ai Libri,
avrete sicuramente sentito parlare nelle ultime settimane dei cosiddetti “Distillati”, bestseller mondiali “ridotti” e da leggere nel tempo di un film, libri cui “abbiamo ridotto le pagine, non il piacere” (cit. Centauria). Due bestseller al mese in edicola, cui sono stati tolti capitoli, paragrafi, pagine e pagine, oltre al prezzo.
Margaret Mazzantini e Stiegg Larson, Paolo Giordano e Dan Brown, Jon Green e Nicholas Sparks, questi alcuni degli autori che verranno presentati in edicola a noi poveri lettori ancora traumatizzati da questa assurda scelta di marketing.
Come si evince da queste poche righe, sono assolutamente contraria a questa barbarie.
Come si fa a stabilire cosa è essenziale in un romanzo e cosa non lo è? Sbaglio, oppure in letteratura non esiste l’essenziale perché il tutto è essenziale? L’opera è se stessa se libera di essere quella che è, quella che l’autore ha creato, quella che i lettori hanno promosso integralmente! Se sono divenuti bestseller, vendendo un numero altissimo di copie, è stato proprio per la loro originaria natura, ogni parte di essi è importante e integrante ai fini della lettura. La storiella che ci viene propinata da tempo immemore: “Non si legge per mancanza di tempo”, è una baggianata, una scusa come un’altra. Avessero detto: “Creiamo i distillati per fare un botto di vendite e guadagnare”, beh, quanto meno avremmo apprezzato l’onestà! Molti non leggono perché, semplicemente, non amano la lettura, non perché non abbiano il tempo per leggere. Il tempo, si sa, si trova se solo lo si desidera realmente! Certo, il prezzo farà gola, lo slogan è perfetto, ma chi si vuole ingannare?
Questa è una mancanza di rispetto bella e buona, un’offesa all’onestà intellettuale sia agli autori, sia al lavoro editoriale, sia, e non infine, ai lettori! Credete che abbiamo bisogno di un riassunto per comprendere un buon romanzo?
Scarnificare un’opera, la annulla, l’avvilisce, ne estirpa la linfa, ne trasforma il contenuto.
Ma vi immaginate “Cime tempestose” di Emily Bronte senza le suggestive descrizioni della brughiera? “Anna Karenina” di Lev Tolstoj senza l’incredibile racconto dettagliato dell’evoluzione nei sentimenti e nell’animo di Anna? Ogni dettaglio rende unico il testo, non si può togliere, “bignamizzare” i romanzi, non si può! E’ mille volte meglio leggere un solo libro integralmente che dieci distillati.
Qualità, non quantità! 
 
E poi… “Leggere in fretta”? Perché? Non è meglio gustare, assaporare lentamente una storia? Quando leggiamo un romanzo che ci prende e cattura, vorremmo non finisse mai, rallentiamo il ritmo con gli occhi, forse inconsciamente, proprio per cercare di prolungare il piacere.
Ancora non riesco a capacitarmi di come possa venire in mente di “strappare” pezzi ad un libro, non ci riesco! Pensate che “Uomini che odiano le donne” di Larsson è passato dalle 688 pagine originarie a 240 pagine distillate. A voi i commenti!
Lettori e lettrici, quant’è vero che non c’è limite al peggio!

 

Posted by laparolaailibri