RECENSIONE: “Non abbiate paura” di Elif Shafak

Titolo: Non abbiate paura; Autrice: Elif Shafak: Casa editrice: Rizzoli; Traduzione: Daniele A.Gewurz e Isabella Zani; ISBN 9788817148573; pp. 97; prezzo €10,00; Data di pubblicazione: 08/09/2020.


Descrizione

Il racconto è un’attività identitaria del genere umano, tanto antica quanto irrinunciabile per una specie, la nostra, che si fonda sulla comunità. Le storie ci uniscono, mentre tutto ciò che rimane non detto, nascosto dal silenzio, produce distanza, isolamento. È questa la riflessione da cui muove Elif Shafak per proporre una lettura del tempo in cui viviamo. Il nostro mondo diviso, tartassato dal fiorire dei populismi, ferito da un’imprevista e violentissima crisi sanitaria, può trovare slancio, e un rinnovato ottimismo, dall’ascolto dell’altro. L’intero sistema mondiale è rotto e attraversiamo una fase storica unica, che spinge verso un cambiamento radicale. A cosa guardare, adesso, per dare forma a un nuovo presente? Elif Shafak, cittadina del mondo per antonomasia, stretta con il cuore alla sua Istanbul, dove però non le è permesso tornare, trova una risposta nel potere dello scambio con gli altri. In una comunicazione che non rifugga la complessità, una conoscenza che sia antitesi dell’informazione. Per arrivare infine a un racconto comune, un nuovo spazio di civiltà, in cui identificarsi.


Recensione

“Se perdiamo la voce, qualcosa in noi muore.”

Chi siamo diventati? Dobbiamo tornare ad essere umani.

Questa è la prima e forte riflessione che ha fatto scaturire in me la lettura di questo testo dal titolo “Non abbiate paura”, testo dal quale esplode la profonda eleganza di scrittura e di stile di Elif Shafak, una delle voci più importanti della narrativa contemporanea, turca,  londinese, europea, una cittadina del mondo, una donna con molteplici appartenenze.

Abbiamo perso la nostra umanità, perché viviamo una crisi di significati, perché intorno a noi vediamo innalzarsi muri sempre più alti, la nostra voce non è ascoltata e ciò ci porta a perdere fiducia, a chiuderci, a sentirci privati dell’ascolto, privati delle nostre storie. La comunicazione, ormai, fa acqua da tutte le parti, perché non si ascolta quasi più un contraddittorio, non c’è la ricerca di una eterogeneità delle opinioni, si esclude chi non ha un pensiero come il nostro, sicuri di essere i detentori della sola verità possibile, le idee diverse dalle nostre sono da tenere lontane, dileggiare, chiudere fuori dalla porta, accentuando sempre di più il narcisismo di gruppo e le camere dell’eco, che fanno condurre una esistenza narcisistica, rimarcando lo scontro tra certezze più che tra differenti pensieri.

[le camere dell’eco] limitano il discernimento: il discernimento, che collega la mente e il cuore, che mette in moto l’intelligenza emotiva, che espande l’empatia e la comprensione, che ci consente di varcare i confini solitari della nostra mente ed entrare in contatto con il resto dell’umanità, per ascoltarlo e imparare.

In realtà, è proprio il confronto con realtà e opinioni differenti dalle nostre che forma, che aiuta la nostra individualità a crescere. Abbiamo senso di esistere perché siamo fatti di storie, di racconto, ed è proprio questo che unisce le comunità, annulla le distanze.

Il tempo che stiamo vivendo è complicato, incerto, lo sappiamo, caratterizzato com’è dalla profonda crisi sanitaria dovuta al Covid-19, da una divisione che viene accentuata giorno dopo giorno, da una sempre più esigua politica di inclusione, dalla pericolosa e paradossale ignoranza generata dalle informazioni fuorvianti e illusorie, illusorie perché veniamo talmente bombardati da tv e social network da credere di avere tutto sotto controllo, quando la conoscenza si acquisisce con altri mezzi: leggendo, ci dice Elif Shafak, leggendo libri, consultando elaborazioni di analisi e inchieste giornalistiche.

Poi viene il discernimento, che collega la mente al cuore, che attiva l’intelligenza emotiva, che rafforza l’empatia. Per questo ci servono le storie e i narratori.

Siamo sempre connessi, e sempre più soli. Ma ora abbiamo l’occasione per cambiare le cose, per cambiare il presente e il futuro. Abbiamo gli strumenti per farlo, cambiamo. Ricostruiamo le nostre società, annulliamo le disuguaglianze, le discriminazioni; non temiamo le moltitudini, accogliamole, lavoriamo per sviluppare empatia e non più odio e ostilità, torniamo ad essere umani. Dobbiamo farlo adesso, perché non ci resta più molto tempo, come argomenta Elif Shafak.

Non dobbiamo avere paura. Restiamo uniti in questo mondo così diviso.


Le storie ci uniscono, le storie taciute ci separano.


Un testo breve, ma denso, intenso, potente. Ho sottolineato praticamente tutto e riflettuto tanto su ogni punto argomentato da Elif Shafak. Ve lo consiglio di cuore, è un libro che tutti dovrebbero leggere.


Ringrazio l’ufficio stampa per la copia.