Una grande ripartenza in casa Fazi Editore e sono felice di poter contribuire alla promozione dei nuovi titoli pubblicati, a partire dal romanzo di una delle autrici inglesi più importanti del Novecento, Ivy Compton Burnett, amata anche dai più grandi e autorevoli scrittori del panorama letterario, come Virginia Woolf, che nei suoi diari definiva la propria scrittura «di gran lunga inferiore alla verità amara e alla grande originalità di Miss Compton-Burnett».
Dopo aver tanto apprezzato “Più donne che uomini” (trovate la recensione sul blog, QUI), non vedo l’ora di leggere “Il capofamiglia“, il preferito della stessa scrittrice.
«Ivy Compton-Burnett è l’amore della mia vita. Se non riesco a scrivere, bastano un paio d’ore con Ivy e mi rimetto in pista… non c’è nessuna come lei».
(Hilary Mantel)
«Cercai tutti i suoi romanzi… a un tratto capii che li amavo in modo furioso; che ne avevo gioia e consolazione; vi regnava una chiarezza allucinante, nuda e inesorabile».
(Natalia Ginzburg)
«Trascorsi molte notti felici leggendo i romanzi di Ivy Compton-Burnett. Era impossibile non accorgersi che aveva qualcosa di unico».
(Rebecca West)
«Un’autrice cruciale. Una scrittrice acuta quanto Oscar Wilde e Dorothy Parker, capace di creare personaggi alla Harold Pinter».
(Gaia Manzini, «Robinson – la Repubblica»)
”Il capofamiglia“, finora inedito in Italia, è un concentrato di acume, sagacia, drammi familiari e dialoghi al vetriolo.
TRAMA
Il patriarcato trova la sua più fedele espressione nella figura di Duncan Edgeworth: padre tirannico, anaffettivo e lunatico, è il capofamiglia per antonomasia. Attorno a lui si muovono, atterriti o solleticati dal desiderio di sfida, i membri della sua famiglia: la moglie Ellen, naturalmente dimessa e timorosa, le due figlie ventenni Nance e Sybil, tanto egocentrica e sarcastica l’una quanto affettuosa e remissiva l’altra, e infine il nipote Grant, giovane donnaiolo dotato di grande spirito, costantemente in competizione con lo zio, di cui è il perfetto contraltare. Nella sala da pranzo degli Edgeworth va in scena quotidianamente una battaglia su più fronti: sotto il velo di una conversazione educata, si intuiscono tensioni sotterranee e si consumano battibecchi, giochi di potere, veri e propri duelli a suon di battute glaciali: «non stiamo semplicemente facendo colazione». Fino a quando la famiglia viene colpita da un lutto improvviso, che mescola le carte in tavola innescando una reazione a catena; strato dopo strato, ognuno dei personaggi svelerà la sua vera natura, in un crescendo di trasgressioni che comincia con l’adulterio e culmina con l’efferatezza.