RECENSIONE: “Le inseparabili”, di Simone De Beauvoir

Titolo: Le inseparabili; Autrice: Simone de Beauvoir; Casa editrice: Ponte alle Grazie; Traduzione: Isabella Mattazzi; Isbn 9788833314822; Prezzo € 15,00; Data di pubblicazione: 22/10/2020


Descrizione

Le inseparabili, che viene pubblicato in contemporanea con la Francia e dunque in prima mondiale, è il racconto romanzato della straordinaria amicizia tra Simone de Beauvoir e Zaza (Elisabeth) Lacoin, dal loro incontro a scuola, nel pieno della Prima guerra mondiale, alla morte di Zaza nel 1929. La narratrice Sylvie/Simone è immediatamente sedotta da Andrée/Zaza, bambina intelligente e ribelle: le due diverranno inseparabili, nonostante l’ostilità della famiglia di Andrée, un clan ultracattolico dalle tradizioni rigidissime. Ma se l’amicizia riuscirà a sottrarsi all’ambiente oppressivo in cui Andrée è costretta, lo stesso non varrà per la ragazza, schiacciata dall’annullamento dell’individualità che le è richiesto. Così la commovente storia di un’amicizia è anche una denuncia nei confronti di una società bigotta e ipocrita, incapace di accettare ciò che sfugge alla sua gretta meschineria. Simone de Beauvoir scrisse Le inseparabili nel 1954 e, pur avendo deciso di non pubblicarlo, conservò il manoscritto. Oggi, finalmente ritrovato, è una grande scoperta letteraria: sebbene Sylvie/Simone tenda nel racconto ad annullarsi nell’amica, emerge chiaramente il suo percorso, divergente, che le permetterà non solo di salvarsi, ma anche di diventare una figura fondamentale nella storia dell’emancipazione femminile nel Novecento.

Recensione

E’ sempre felicità a ogni pagina, felicità in caratteri ogni volta più grossi. E tengo a lei più che mai in questo momento, caro passato, caro presente, mia cara inseparabile.

Sono molto emozionata mentre scrivo la mia opinione su questa lettura, commossa dall’intensità di ciò che Simone de Beauvoir è riuscita a trasmettere grazie a questo memoir mai pubblicato prima di adesso.

Ne Le inseparabili troviamo la storia dell’importante amicizia tra Sylvie (alter ego di Simone de Beauvoir) e Andrée (Elizabeth Lacoin, chiamata Zaza), nata sui banchi di scuola e cresciuta insieme a loro. Sylvie non sapeva ancora, a quell’età, che la profondità del sentimento che provava per Andrée era qualcosa di più di una simpatia, di una compatibilità e di una complicità. Nella sua ingenuità di bambina non poteva comprendere che dietro il suo venerarla, il vivere in sua funzione, quel desiderio di non deluderla mai, di volerla proteggere, si celava una passione e un sentimento ben più profondo. Quando si rende conto che i suoi sentimenti non sono corrisposti da parte di Andrée le resta accanto, ma ridimensiona la sua posizione, per quanto il suo affetto resterà immutato fino alla fine dei suoi giorni. Certamente anche Andrée adorava Sylvie, ma resterà per sempre intrappolata dall’egoismo e dalla cecità di sua madre, alla quale non si ribellerà mai, cercando costantemente la sua approvazione. Andrée la preferiva tra tutte, certo, ma l’adorazione che aveva per sua madre primeggiava, la sua famiglia contava enormemente per lei, e sarà costretta ad adattarsi, incastrarsi in ciò che era bene fare. La rigida formazione ultra cattolica della famiglia di Andrée conosceva un unico dovere per una ragazza di buona famiglia: l’annullamento e la rinuncia del sé, l’alienazione della persona a favore di ciò che la famiglia decide sia giusto. In questo ingranaggio l’individualità non può esistere e se esiste viene repressa fino alla disperazione, all’esasperazione. Andrée è distrutta perché in lei si dibatte una personalità brillante, un cuore pulsante, una mente curiosa, ma non ha la forza di andare contro l’autorità sacra della sua famiglia, perché disubbidire implicherebbe infliggere sofferenza alle persone che ama e disconoscere la fede con cui è cresciuta.

Da questo testo emerge non solo il loro rapporto tra le due inseparabili, come bene potete intuire, ma anche la presa di coscienza da parte di Simone nel comprendere quanto Andrée fosse vittima di una società che non ammette la piena realizzazione personale se non attraverso il rispetto di dogmi e regole stabilite, stabilite dal costume, dalla religione, dall’educazione, dalla famiglia. Se in un primo momento Sylvie arriva quasi a invidiare Andrée per le libertà che la madre sembrava concederle da ragazza, trattandola da adulta e affidandole compiti di responsabilità, non molto tardi comprende che in realtà la sua amica è prigioniera di quei doveri sociali e che vive soffocata dalle pressioni materne, pressioni che le impediscono di poter pensare a se stessa, di avere del tempo per lei, di realizzare i suoi sogni, di amare liberamente, di coltivare i suoi interessi e talenti, perfino di trascorrere del tempo con la sua amica inseparabile, Sylvie, mal vista dalla famiglia, tollerata a stento e alla quale non vengono risparmiate umiliazioni per via della mutata situazione economica nella sua casa e, soprattutto, per lo stato di indipendenza della ragazza. La famiglia di Sylvie è stata a lungo benestante, di posizione altoborghese, ma dopo la guerra del 1914 si ritrova quasi priva di mezzi, e Sylvie dovrà mantenersi da sola. Ma l’indipendenza è ciò che le permette di scegliere, ciò che le permette di essere libera, ciò che le permette di non essere sottomessa. L’indipendenza la salverà.

Queste memorie sono un atto di amore verso una donna che avrebbe potuto vivere e scegliere e che non lo ha potuto fare, rappresentano il ricordo e la determinazione a renderle giustizia, sono la vivida testimonianza di un legame intenso ed eterno, un racconto lucido, incrinato dalla perdita dolorosa e dal senso di impotenza che investiva Sylvie/Simone nel cercare di strappare via Andrée/Zaza dall’oppressione in cui era incastrata.

Un testo molto personale, vero, autentico, intimo e commovente, scritto nel 1954 da Simone de Beauvoir, ma mai pubblicato finora. Un memoir – corredato da fotografie e alcune lettere originali – che ci permette di entrare nella sfera privata di una delle più importanti scrittrici e pensatrici del Novecento, uscito nelle librerie italiane grazie a Salani, in contemporanea con la Francia lo scorso 22 ottobre.


Se ne avete la possibilità, leggetelo, e fatene tesoro.


Ringrazio l’ufficio stampa per la copia.