Accadde Oggi: Nasce VLADIMIR NABOKOV, celebre autore di “Lolita”. Le sue citazioni:

Nasce oggi, ma nel 1899, lo scrittore russo VLADIMIR NABOKOV, autore conosciuto soprattutto per il romanzo “Lolita”, consacrato a importante testo narrativo nella scena letteraria del XX secolo e diventato anche un film diretto dal regista Stanley Kubrick. Nabokov è stato, oltre che scrittore, anche saggista, critico letterario, poeta e drammaturgo. Leggiamo insieme alcune tra le sue citazioni più belle.


Penso come un genio, scrivo come uno scrittore brillante, e parlo come un bambino.


Sapere che si ha qualcosa di bello da leggere prima di coricarsi è una delle sensazioni più piacevoli della vita.


Le somiglianze sono l’ombra delle differenze.


Sono nato in un paese dove l’idea della libertà, il concetto di diritto, la consuetudine di umanità e gentilezza erano cose tenute in freddo dispregio e brutalmente proscritte. Di tanto in tanto, nel corso della storia, accadeva che un governo ipocrita dipingesse le pareti della nostra immensa prigione di bei colori e proclamasse la garanzia dei diritti, familiari in altre nazioni più felici della nostra; ma, o questi diritti venivano goduti esclusivamente dai carcerieri, o altrimenti contenevano qualche vizio occulto che li rendeva più amari delle grida della dichiarata tirannia… ogni uomo era uno schiavo o un sopraffattore; dato che l’anima e qualsiasi cosa con essa collegata non erano ammesse nell’uomo, le pene corporali erano considerate le sole atte a governare e guidare l’umana natura… Di tanto in tanto accadeva una cosa chiamata rivoluzione, che trasformava gli schiavi in sopraffattori e viceversa… Una fosca contrada, un luogo d’inferno, signori miei, e se vi è cosa di cui son certo è che per nulla al mondo cambierei la libertà del mio esilio per la bassa parodìa di patria…


Non essere sicuro di apprendere il passato dalle labbra del presente. Non fidarti neanche del mediatore più onesto. Ricorda che ciò che ti vien detto ha sempre un triplice aspetto: riceve una certa forma da chi racconta, è rimodellato da chi ascolta ed è occultato a entrambi dal morto di cui si narra la storia.


Era fornita di immaginazione – il muscolo dell’anima.


Dimenticami ora, ma ricordami poi, quando l’amaro si sarà sciolto.


La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Di lei restava soltanto l’eco di foglie morte della ninfetta che avevo conosciuto. Ma io l’amavo, questa Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.


Era amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vista.