Il caso editoriale dell’anno: “Te lo dico sottovoce”, di Lucrezia Scali, in libreria dal 4 gennaio 2016

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Trama
 
Mia ha trent’anni, un passato che preferisce non ricordare e una famiglia da cui cerca di tenersi alla larga. Meglio stare lontano dalle frecciatine della sorella e da una madre invadente che le organizza appuntamenti al buio… Di notte sogna il principe azzurro, ma la mattina si sveglia accanto a Bubu, un meticcio con le orecchie cadenti e il pelo morbido. La sua passione sono gli animali e infatti, oltre a gestire una delle cliniche veterinarie più conosciute di Torino, Mia sta per realizzare un progetto a cui tiene moltissimo: restituire il sorriso ai bambini in ospedale attraverso la pet therapy. Il grande amore romantico, però, non sembra proprio voler arrivare nella sua vita. O almeno, così pensa Mia, prima di conoscere Alberto, un medico affascinante, e Diego, un ragazzo sfuggente che si è appena trasferito a Torino dalla Puglia. Cupido sta finalmente per scagliare la sua freccia: riuscirà a colpire la persona giusta per il cuore di Mia?
Conservo il tuo segreto, come tu fai con il mio: insieme saranno al sicuro.
 
 
Lettori e lettrici de La Parola ai Libri,
ho deciso di dedicare uno spazio molto speciale ad una imminente pubblicazione della casa editrice Newton Compton: Te lo dico sottovoce, primo romanzo di Lucrezia Scali.
Autopubblicato su Amazon nel marzo 2015, scalando in pochissimo tempo le classifiche e facendo innamorare tantissimi lettori, verrà pubblicato il 4 gennaio 2016 per la gioia di moltissimi fan della giovane blogger di Il libro che pulsa. Il romanzo è attualmente in pre-order su tutti gli store online.
Quando lo lessi, lo ricordo perfettamente, assorbì completamente la mia attenzione, fin dalle prime pagine. Un romanzo capace di suscitare emozioni molto forti e contrastanti, di trasportarti nella narrazione e farti vivere nella storia stessa. Per me è stato così. Scorrevole, fresco, mai noioso, dalla scrittura brillante e incalzante, rapisce il cuore per non lasciarlo più andare via. I personaggi sono ancora tutti bene impressi nella mia mente, nonostante siano trascorsi mesi dalla lettura del libro e non vedo l’ora di acquistare la copia in cartaceo, per poterla sfiorare, sfogliare, annusare proprio come fossi Bubu, e custodire gelosamente!
Da amante degli animali, ho particolarmente apprezzato, tra le altre cose, l’intento di diffondere i benefici e l’efficacia della Pet Therapy, forse poco conosciuta nel nostro paese, ma che andrebbe sottolineata e praticata maggiormente a mio avviso. Ma questo è solo uno degli aspetti affrontati nel romanzo e che faranno riflettere.
Ho la fortuna di essere in contatto con Lucrezia Scali che ho intervistato per togliermi qualche piccola curiosità; lei, con molta pazienza e disponibilità, non si è tirata indietro e ha risposto a tutte le mie domande. Ringraziandola, ve le propongo:
  • Vorrei che mi parlassi di te. Chi è Lucrezia Scali?

Ciao Fabiola e grazie per questa opportunità. È davvero un piacere “inaugurare” il tuo blog, perché anche io sono una blogger e amo parlare di libri, e tu lo sai meglio di me. Chi sono? Be’, questa è una di quelle domande che mi mandano in crisi perché potrei riempire 20 pagine word come niente, parlando di questi 29 anni di vita. Posso dirvi che sono disordinata, perennemente in ansia, amo gli animali e studio veterinaria, ho un debole per la panna, piango per niente, rido quando vedo qualcuno cadere, leggere è il mio grande amore e la scrittura viene subito dopo.

 
  • Com’è nato Te lo dico sottovoce? Cosa ti ha ispirata?

Scrivo da sempre e soprattutto perché mi piace mettere nero su bianco tutto ciò che mi frulla per la testa. Ho iniziato riempiendo diari segreti che puntualmente nascondevo, poi brevi racconti, romanzi lasciati a metà e poi è arrivato Te lo dico sottovoce. Certe storie non le devi cercare, sono loro a scegliere te e così è stato. Complice un noioso pomeriggio in compagnia del mio cane, la storia ha preso forma all’improvviso davanti ai miei occhi, e non ho potuto fare a meno di scriverla.

  • Quanto ha di te Mia, la protagonista del romanzo?

Vorrei dirti nulla ma credo mentirei. Sono dell’idea che c’è sempre qualcosa di noi in quello che scriviamo, può essere un personaggio, può essere una situazione, una particolarità di un carattere o di una vicenda. E Mia mi rispecchia molto, con i suoi pregi e con i suoi difetti.

  • Un aspetto forte e importante del romanzo riguarda la Pet Therapy. Vuoi parlarcene?

Sì, lo ammetto, ed è un tema che spacca in due i punti di vista delle persone. In Italia se ne parlava poco, almeno fino a qualche tempo fa, e la cosa non mi rende contenta perché credo davvero nei benefici che può offrire la pet therapy. Non deve essere vista come una sostituzione alla medicina tradizionale, ma come un’ integrazione  per migliorare la qualità della vita del paziente. Fatalità vuole che, dopo pochi giorni dalla prima pubblicazione del romanzo, l’ospedale pediatrico della mia città inaugurasse la Pet therapy dentro uno dei loro reparti. È una bella coincidenza.

  • Cosa speri che arrivi ai lettori con il tuo romanzo?

Spero arrivi almeno 1/3 delle emozioni che ho provato io, della passione e del cuore che ho messo dentro al romanzo. Ogni lettore è in grado di cogliere mille sfumature diverse dello stesso libro, e quindi lascio che sia il lettore a recepire il “suo” messaggio.

  • Perché si dovrebbe acquistare il tuo romanzo?

No, no, no… a questa domanda non posso rispondere. Sono troppo di parte!

Be’, cercate Te lo dico sottovoce nel web, guardate la copertina, leggete la trama e se qualcosa vi ha colpito, allora provate a dargli una possibilità. Di solito il sesto senso non sbaglia mai.

  • Esiste la possibilità che tu scriva un seguito di Te lo dico sottovoce?

Questo romanzo è nato per essere conclusivo, soprattutto perché io non amo le storie che si trascinano troppo. Però posso dirti che c’è qualcosa nell’aria e che ho scritto su richiesta dei lettori.

  • Com’è avvenuto il passaggio dall’autopubblicazione su Amazon alla pubblicazione con un’importante casa editrice?

In un modo molto semplice: tramite un contatto su facebook. Al momento della pubblicazione non avevo lasciato dei recapiti, e quindi il messaggio della Newton Compton è arrivato del tutto inaspettato dopo pochissimi giorni. Hanno chiesto il mio romanzo per una valutazione e la risposta è stata positiva.

  • Cosa consigli agli aspiranti scrittori, demoralizzati dalle difficoltà che incontrano nell’affermarsi nell’editoria?

Io resto dell’idea che la forma più grave di bassa autostima arrivi dalle persone più vicine a noi, e non dal nostro punto di arrivo. Dobbiamo essere noi i primi a credere nei nostri romanzi, e renderci conto che c’è sempre da migliorare e da imparare. Le critiche, se costruttive, bisogna prenderle, analizzarle e farne tesoro. È vero che la sola passione non può portare al raggiungimento di un obiettivo, ma è un buon ingrediente per la sua riuscita. Leggere tanto, leggere di tutto,  non fossilizzarsi su un solo genere è obbligatorio per chi vuole intraprendere questa strada. Mai piangersi addosso. Se la storia è quella giusta, allora troverà la sua strada. I tempi sono molto cambiati e adesso anche l’autopubblicazione offre una buona vetrina di visibilità, infatti molte case editrici “pescano” dalle classifiche di Amazon. Tanta buona volontà e una storia originale.

 

Posted by laparolaailibri