Recensione: “Come petali sulla neve” di Antonella Iuliano

Lettori e lettrici de La Parola ai Libri

con la recensione di oggi voglio arrivare dritto al vostro cuore, perché questo è l’effetto che ha ottenuto su di me la lettura di Come petali sulla neve, edito da Genesis Publishing, di Antonella Iuliano, autrice straordinariamente sensibile alla scrittura e capace, come pochi, di far vibrare le giuste corde del nostro animo. Continuate a leggere l’articolo per scoprire di più!

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TRAMA

“Come petali sulla neve
recisi dallo stesso fiore,
sospinti da un impetuoso vento
in remoti luoghi,
ad appassir lontani.”

Il giorno in cui scrive questi versi, Philip Shannon sente di aver perso le poche certezze racimolate nella sua vita apolide. E’ seduto dietro una finestra con il cuore affranto e lo sguardo fisso sull’ultima neve di marzo. La sua storia è iniziata soltanto pochi mesi prima, dietro un altro vetro, freddo e umido, a migliaia di chilometri di distanza. Una pioggia insistente, quel giorno, sferzava le strade dove raramente si era avventurato nei suoi lunghi anni trascorsi all’Istituto per orfanelli S. Vincent, in Irlanda del Nord. La sua esistenza è una landa desolata dove la neve si è posata così a lungo e il freddo è tale da cristallizzare il passato, come nella fotografia che ha accidentalmente ritrovato nell’archivio dell’Istituto: l’immagine di due bambini troppo simili, e la certezza che uno dei due sia proprio lui, è tutto ciò che ha. Oltre il vetro e la pioggia, esiste qualcuno che è parte della famiglia che non ha mai avuto; qualcuno con il suo stesso aspetto; qualcuno a cui lui appartiene e che gli appartiene. Un viaggio a ritroso, tra molte ombre e pochissime luci, sembra destinato a concludersi in un vicolo cieco, ma la sensazione che qualcuno abbia voluto chiudere a doppia mandata ogni uscio che si affacci sulla verità è più forte. Adesso Philip è in Inghilterra, dove l’hanno condotto i pochi indizi in suo possesso; ha nuovi amici ma anche più grandi amarezze, perché nulla è andato come si augurava. Una resa può essere la migliore delle soluzioni se si tenta di scalare un muro inespugnabile di menzogne e si è costretti a farlo a mani nude, questo Philip lo sa bene il giorno in cui paragona la propria vita e quella del suo gemello ai petali di un fiore disfatto dall’impeto di una tormenta avvenuta oltre vent’anni prima e destinati forse a perdersi per sempre. Un amore malato e un nuovo inverno, porteranno le risposte.

 

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Ieri ho portato a termine la lettura di questo romanzo e ho volutamente aspettato qualche ora prima di riversare “su carta” le mie impressioni ed emozioni, perché il turbinio che mi vorticava dentro era troppo intenso perché io potessi, da subito, scriverne con lucidità emotiva. Dire che mi è piaciuto sarebbe riduttivo. Affermare che si tratta di un romanzo meraviglioso non renderebbe pienamente giustizia a quello che è. Perché a volte, quando una lettura ci assorbe completamente fino a rapire ogni nostra minima attenzione e curiosità, ogni respiro, ogni vibrazione della nostra anima, difficilmente si trovano le parole adatte per descriverlo. Ma ci proverò.
Come petali sulla neve è un cammino lungo e impervio, intriso di emozione e sentimento, che ci catapulta nella narrazione con delicatezza e totalità. La scrittura di Antonella Iuliano è scorrevole, mai artificiosa. Non vi è momento in cui noi non ci sentiamo parte di essa, non siamo degli estranei, ma protagonisti a nostra volta delle vicende, seguiamo con occhi velati dalla commozione i passi compiuti da Philip Shannon, che lasciano un segno indelebile nella nostra anima. Il legame che si crea con lui è immediato, anche perchè si rivolge sempre direttamente al lettore, come se ti stesse guardando negli occhi.

“Mi chiamo Philip Shannon e questa è la mia storia.”

Come vi sentireste se tutto a un tratto scopriste qualcosa del vostro passato che mai avreste potuto immaginare? Se, all’improvviso, una verità, un segreto celato per anni ed anni, venisse a galla e fossero proprio le vostre mani a ripescarlo da una cartella di un archivio? Philip è un ragazzo di 23 anni, orfano di entrambi i genitori e che non ha nessun parente vicino. A seguito di un incidente stradale i suoi genitori muoiono lasciandolo solo al mondo, quando ha solo un anno di vita. Solo, almeno per quello che lui sa. Vive in un orfanotrofio in Irlanda del Nord, il S. Vincent a Primerose, dove cresce e costruisce il suo piccolo mondo sicuro, e dove crea un rapporto di amicizia con Louis, un uomo che lavora lì e che per Philip rappresenta un po’ l’unica figura paterna che abbia mai avuto. Il peso del non avere una famiglia e di non averne mai trovata una disposta ad adottarlo, pesano come un macigno in lui.

“Non avevo mai avuto la fortuna di trovare una famiglia disposta ad adottarmi (…) Io e pochi altri eravamo diventati adulti là dentro, senza poter mai pronunciare la parola mamma, senza sentire mai l’odore di tabacco sulla camicia di un padre.”

Da cinque anni lavora in quell’orfanotrofio, l’unica casa che abbia mai conosciuto, l’unico posto che potesse chiamare casa. Un giorno, apparentemente per caso, trova nell’archivio dove si era recato per cercare una cartella da consegnare al superiore, una fotografia che lo sconvolge e gli rivela di non essere solo al mondo. Scopre di avere un fratello, un gemello, da qualche parte nel mondo, e che qualcuno li ha separati, tacendo sull’esistenza l’uno dell’altro, mentendo e mettendo in atto chissà quali altre malvagità e meschinità. Oltre alla fotografia, trova la cartella di adozione del suo gemello, Leonardo Shannon, da parte dei coniugi Sarah e John McGregor, risalente all’anno 1976, anno in cui avevano un anno di vita. Come possiamo immaginare, da questo momento l’unico scopo di Philip è quello di ritrovare suo fratello, scoprire cosa sia successo, perché gli hanno mentito, scoprire la verità. In segreto, prepara i bagagli e lascia l’orfanotrofio, con il cuore pesante di chi sa che sta abbandonando ogni certezza. Con i pochi risparmi messi da parte va a New Town, la città più grande del sud Inghilterra. Non sa di preciso dove andare, assistiamo con impotenza al suo dibattersi, consumato dai dubbi e dalle incertezze, ma ha un indizio: la foto con il nome di Jhon McGregor. Arrivato in questa cittadina, incontra un tipo bizzarro, Jerry Davies, che scambia Philip per Leonardo McGregor. Da qui, i due, diventano amici e confidenti, e Jerry avrà un ruolo centrale nella narrazione. Trova un lavoro in una libreria, la Friend of the book, guadagnandosi la stima del proprietario e per risparmiare con le spese affitta un appartamento da dividere con il suo nuovo amico Jerry. Riesce a rintracciare suo fratello Leonardo, ed è commovente il primo incontro che ha di lui (non con lui), infatti Philip non riesce da subito a parlare con suo fratello, sa che fa una vita decisamente diversa dalla sua, e non sa come potersi rivelare ai suoi occhi senza sconvolgerlo.

“Sentii le forze venirmi meno, le gambe tremare nonostante fossi seduto, il respiro farsi irregolare, il sangue pulsarmi con forza nelle vene e il cuore battere sempre più forte. L’avevo visto. Era reale, mio fratello era reale.”

Non solo era reale, ma era uguale a lui. Guardarlo era come specchiarsi e vedere se stesso. Passa ancora del tempo prima che Philip veda Leonardo, incoraggiato e sostenuto da Jarry.

“Il mio amico era un ragazzo dalle mille risorse e ne avevo continuamente prova. Non so cosa avrei fatto senza Jarry Davies.”

Ed è grazie a Jerry che Philip incontra Leonardo. Ciò non avviene senza apprensione e preoccupazione da parte di Philip, consapevole che non sarebbe più potuto tornare indietro. Questo incontro, che quasi non si riesce a sperare avvenga, avviene ed è forse tra i momenti più emozionanti, commoventi e drammatici del libro. Sentiamo di avere il fiato corto tanta è l’emozione che ci si scatena per quello che sta accadendo, il tumulto emotivo dei gemelli diventa il nosto tumulto. A questo punto quasi ci aspettiamo che il libro termini, che tutto sia finito, perché lo scopo è stato raggiunto. Ebbene, no. Ancora tutto deve accadere e tutto accadrà, come in un fiume in piena, tanti colpi di scena ci attendono disarmati alla prossima pagina.
jCfthujLa storia di un abbandono, la storia di una ricerca, la storia di una crescita personale.
Philip è un personaggio che mi ha colpita sia per la sua sensibilità, sia per la crescita personale che ha caratterizzato il suo doloroso cammino. Lo vediamo incerto, a tratti scoraggiato e insicuro, acquisire con il tempo sempre maggiore consapevolezza e fiducia. Il suo animo pacato e nobile, puro, conquista per la sua semplicità.
Consiglio la lettura di questo romanzo, perché lascia una traccia nel nostro cuore a fine lettura, proprio come quelle che un petalo rosso può tracciare sulla neve candida appena posatasi sul nostro cammino. Questo libro non l’ho divorato, è stato lui a divorare me, perchè tante sono state le emozioni che mi ha trasmesso. Leggendolo, mi sono resa conto di scorrere parole che appartenevano anche alla mia vita, e quando un libro riesce a dare voce a quello che tu possiedi nel tuo intimo ma che non puoi o non sai esprimere, credo abbia raggiunto un ottimo risultato.

“Ci sono momenti nella vita in cui basta un semplice gesto per decidere del nostro destino.”


 

This article has 2 Comments

    1. E’ stato un piacere leggere il tuo romanzo e ti sono grata per avermi regalato la storia di Philip. Scrivi ancora!

       

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