RECENSIONE: “10957”, di Claudio Caporale (Edizioni La Gru)

Cari lettori e care lettrici de La Parola ai Libri,
la recensione di oggi riguarda un libro che mi è stato proposto di leggere,
dal titolo “10957” di Claudio Caporale, pubblicato da Edizioni La Gru.


SCHEDA TECNICA

Titolo: 10957
Autore: Claudio Caporale
Casa editrice: Edizioni La Gru
Pagine: 180
Pubblicazione: Maggio 2019
Prezzo: € 15,00
ISBN: 9788899291730


TRAMA

Un uomo ogni giorno si sveglia in un corpo diverso, senza conoscere nulla della propria identità. Si ritrova catapultato nelle vite degli altri, senza uno schema preciso, costretto a far fronte alle varie situazioni seguendo unicamente il suo codice di comportamento distorto. Privo di qualsiasi legame umano da sempre, e disinteressato a tutto ciò che lo circonda, cerca solo un modo di uscire da questa condizione in cui versa da ormai 10957 giorni, l’equivalente di trent’anni.


RECENSIONE

Ogni giorno apro gli occhi e sono una persona diversa. Forse sarebbe più giusto dire che ogni giorno apro gli occhi e mi ritrovo in un corpo diverso. Tutto è iniziato esattamente 10957 giorni fa, l’equivalente di trent’anni. Sono stato nel corpo di uomini, donne, transessuali, vecchi e bambini di ogni estrazione sociale, di qualsiasi orientamento sessuali, in varie parti del mondo. Ho vissuto nella miseria e nella ricchezza. Ho indossato queste persone come fossero abiti non miei, sporcandoli e a volte strappando senza il minimo rispetto. Ho occupato abusivamente 10957 vite, senza mai averne una.

Un incipit memorabile. La trama di questo libro è innegabilmente interessante, atta ad incuriosire chi legge. Quando, infatti, mi è stata proposta la lettura, spinta dalla curiosità di scoprire l’evolversi delle vicende che vedono un uomo svegliarsi in un corpo diverso ogni giorno da trent’anni, 10957 giorni, ho deciso di accettare, calarmi in questa storia e scoprire dove mi avrebbe condotta. Proverò a dare un parere, il più possibile, chiaro e conciso, non senza incorrere in difficoltà perché non vi nego che il testo mi abbia lasciata abbastanza stordita, per certi versi. Con onestà, non mi ha convinta fino in fondo, non ho provato empatia né comprensione per i personaggi, non mi sono sentita coinvolta né ammaliata, come invece mi aspettavo sarebbe accaduto. La prima parte del libro, in particolare, non mi è piaciuta, sia per la struttura sia per il racconto. L’ho trovata, in alcuni punti, frammentaria, disorientante, perfino disturbante per la presenza, costante e pressante, di elementi narrativi atti a evocare volgarità, sesso, violenza. Se l’intenzione, l’idea della storia, la ritengo interessante, trovo che il come si sia deciso di svilupparla ne abbia sciupato il potenziale. Il lettore si trova a leggere di un uomo che ogni giorno si sveglia in un corpo diverso. Ma ciò che compie con queste vite che non sono la sua, oltre a suscitare perplessità, spostano l’ago della bilancia sul piano del giudizio morale, spingendo chi legge verso una condanna inevitabile, il fastidio e la confusione. Questo tenendo conto anche della risonanza che simili azioni assumono nella società in cui viviamo, e mi riferisco alle già menzionate violenze verbali, fisiche e psicologiche cui assistiamo. Siamo sballottati in avanti e indietro negli anni, a volte si fatica a comprendere il senso di alcune scelte, a tenere il filo. Verso la seconda parte, ho apprezzato di più il racconto, iniziando a respirare aria meno artefatta, seguendo un filone un po’ plausibile. Poco fa parlavo di intenzione ed idea della storia: mi aspettavo che il personaggio, vittima di questa forzata reincarnazione quotidiana, potesse rappresentare una eco di messaggi e riflessioni profondi, di contenuto, che mostrasse una indole in po’ più “positiva”, anche in virtù della risonanza. Invece, per ogni persona in cui si sveglia assistiamo alla messa in scena di espressione di cattivi valori, una spinta estrema alla trasgressione. Per il mio gusto personale (e solo per il mio gusto personale) il libro non sfrutta la possibilità che si propone e che potrebbe davvero offrire. Capisco che il codice di comportamento del protagonista sia distorto, ma credo che il narratore avrebbe potuto utilizzare questo elemento in altro modo, magari lasciando spazio ad azioni di sostanza, di sentimento ed emotività. Il finale è stato, senza dubbio, un colpo azzeccatissimo, spiazzante e stucchevole, la prova che il talento all’autore non manca.

Come è noto, la lettura è sempre un atto prettamente personale, per cui vi invito a leggere il libro, dargli una possibilità, e magari scrivermi così da avere un confronto su di esso; mi farebbe molto piacere conoscere altri pareri in merito.

Ringrazio l’autore, sia per la proposta, sia perché sono certa che accoglierà con serenità ed intelligenza la mia recensione non molto favorevole. Spero di leggere altri suoi lavori e scoprire in quali altre storie si butterà a capofitto.



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