RECENSIONE: “La biblioteca di Parigi”, di Janet Skeslien Charles (Garzanti Libri)

Autrice: Janet Skeslien Charles; Titolo: La biblioteca di Parigi; Casa editrice: Garzanti Libri; ISBN 9788811812142; Prezzo € 17,90; Pagine 400; Data di pubblicazione 4/06/2020


TRAMA

Nessuno può far tacere i libri.
Parigi, 1940. I libri sono la luce. Odile non riesce a distogliere lo sguardo dalle parole che campeggiano sulla facciata della biblioteca e che racchiudono tutto quello in cui crede. Finalmente ha realizzato il suo sogno. Finalmente ha trovato lavoro in uno dei luoghi più antichi e prestigiosi del mondo. In quelle sale hanno camminato Edith Wharton ed Ernest Hemingway. Vi è custodita la letteratura mondiale. Quel motto, però, le suscita anche preoccupazione. Perché una nuova guerra è scoppiata. Perché l’invasione nazista non è più un timore, ma una certezza. Odile sa che nei momenti difficili i templi della cultura sono i primi a essere in pericolo: è lì che i nemici credono che si annidi la ribellione, la disobbedienza, la resistenza. Nei libri ci sono parole e concetti proibiti. E devono essere distrutti. Odile non può permettere che questo accada. Deve salvare quelle pagine, in modo che possano nutrire la mente di chi verrà dopo di lei, come già hanno fatto con la sua. E non solo. La biblioteca è il primo luogo in cui gli ebrei della città provano a nascondersi: cacciati dalle loro case, tra i libri si sentono al sicuro, e Odile vuole difenderli a ogni costo. Anche se questo significa macchiarsi di una colpa che le stritola il cuore. Una colpa che solo lei conosce. Un segreto che, dopo molto tempo, consegna nelle mani della giovane Lily, perché possa capire il peso delle sue scelte e non dimentichi mai il potere dei libri: luce nelle tenebre, spiraglio di speranza nelle avversità.La biblioteca di Parigi è, per la stampa di tutto il mondo, il romanzo più atteso dell’anno. Il libro più venduto alla Fiera di Francoforte esce in oltre venti paesi in occasione del centenario della fondazione della Biblioteca americana di Parigi. Una storia unica in cui tre ingredienti si mescolano alla perfezione: la resistenza durante l’occupazione nazista, il fascino intramontabile di Parigi e la magia dei libri che devono essere sempre salvati e protetti da ogni male.

RECENSIONE

 I libri non mi avrebbero tradito.

Se c’è una cosa che la giovane Odile impara presto è che una donna deve dipendere solo da se stessa, e non dal marito (consuetudine consolidata ai quei tempi), deve essere autonoma, perché in caso di fallimento del matrimonio, a prescindere da chi ne sia il responsabile, tutti le avrebbero voltato le spalle, famiglia compresa. Un lavoro le avrebbe garantito la libertà di scegliere e di salvarsi, sempre. E’ una lezione che apprende sulla pelle di sua zia Caro, abbandonata dal marito che ha avviato le pratiche del divorzio per creare una nuova famiglia con la sua amante. La madre di Odile nega aiuto a Caro (sua sorella), Divorzio. Cosa dirà la gente?, e l’abbandona a se stessa, lasciandola da sola, senza denaro, senza un posto in cui andare.

Avrei imparato un mestiere, mi sarei trovata un lavoro e avrei risparmiato i soldi per potermi salvare nel caso in cui fosse successo l’inevitabile.

Nel febbraio del 1939, Odile sta per coronare il suo sogno: iniziare a lavorare come bibliotecaria presso l’American Library di Parigi, sulla cui facciata compaiono le parole: I libri sono la luce. Fondata nel 1920, fu la prima a consentire al pubblico l’accesso agli scaffali, i suoi frequentatori provenivano da diversi Paesi e utilizzava la classificazione decimale di Dewey per suddividere i libri in aree tematiche.

Odile vive con i suoi genitori e il fratello gemello Remy, con il quale ha un legame profondo e necessario. È il suo punto di riferimento, insieme a lui si sente più forte, soprattutto in casa. I suoi genitori mal digeriscono il fatto che lei lavori, la gente penserà che tuo padre non può mantenerti, e ogni domenica a pranzo il signor Souchet le propone un ufficiale da accalappiare, papabili pretendenti che Odile puntualmente rifiuta, fino a quando uno di loro, Paul, la colpisce e attrae, perché prende le parti sue e di suo fratello andando contro le opinioni del commissario Souchet, padre della ragazza.

Ha un lavoro che ama, una sua indipendenza, persone a cui ispirarsi, amici e anche l’amore. Tutto ciò che sognava. Ma… La furia nazista, quel vento cupo e ostile che segnerà una tra le pagine più terribili della storia, sta per invadere Parigi. La guerra è alle porte, il pericolo paventato da alcuni, sottovalutato da altri, oltrepassa e valica ogni ragione e, adesso, nulla potrà più essere come prima.

Gli ebrei sono in pericolo, gli stranieri di stanza a Parigi sono in pericolo, i libri sono in pericolo, la libreria è in pericolo, così come i suoi dipendenti e i clienti. Saranno anni terribili, anni di paura, angoscia, incertezza, restrizioni.

Quando le sirene antiaeree stridevano, la sua famiglia si nascondeva in cantina. Con il razionamento del cibo, ogni persona riceveva un uovo al mese. Le persone dimagrivano a tal punto da indurla a pensare che sarebbero scomparse. Per strada, i nazisti costringevano i parigini a passare attraverso posti di controllo improvvisati. Come lupi, giravano in branco. Arrestavano la gente senza nessun motivo. O per motivi, futili, come attardarsi in giro dopo il coprifuoco.

Il fratello di Odile decide di arruolarsi volontario per combattere e fare la sua parte, la Library rischia di chiudere. Resiste, coraggiosamente, ma è costretta a mantenere una parvenza di obbedienza alle nuove regole imposte dal regime, per cui deve negare l’accesso agli ebrei e agli oppositori ed eliminare numerosi titoli dagli scaffali.

Anche Odile è decisa a fare la sua parte per proteggere il suo mondo, per proteggere i suoi amici, la libreria e continuare a permettere ai libri di costruire ponti, di salvare e infondere il coraggio per resistere alle ingiustizie. Lavorerà alacremente, con i suoi colleghi, affinché i soldati e gli emarginati possano continuare a leggere, per consentire a quei volumi di continuare a portare la luce nelle tenebre, conforto, speranza.

<<Perché rimane qui?>>
<<Perché credo nel potere dei libri: noi svolgiamo un lavoro importante, assicurandoci che la conoscenza sia fruibile e creando comunità.>> (…)
Nessun’altra cosa possiede quella facoltà mistica di riuscire a far guardare la gente con gli occhi degli altri. L’American Libray è un ponte di libri tra le culture.

Cercherà in ogni modo di salvare anche delle vite, vilmente denunciate attraverso le “lettere dei corvi” che, quotidianamente, arrivavano in commissariato, spesso anonime, in cui si segnalava la presenza di ebrei, atti sovversivi, anche semplici dichiarazioni offensive verso i tedeschi, la circolazione di materiale proibito all’American Libray, relazioni improprie da parte di donne sposate e con i mariti al fronte. Le denunce che Odile scopre sulla scrivania di suo padre le provocano orrore, le fanno comprendere quanta crudeltà possa albergare nell’animo degli uomini. Tenterà di distruggerle, a costo della sua vita.

Ma non è perfetta, è un essere umano anche lei, e come tale, soggetta ad errori e a sentimenti di rabbia e gelosia, risentimento ed emozioni impulsive, acuiti dal clima che imperversa nelle strade di Parigi, e forse anche vittima di ingenua fiducia nel pronunciare parole a voce alta che non avrebbe mai dovuto rivelare ad anima viva, perché quelle parole porteranno a delle conseguenze definitive e dolorose. Così tanto, che Odile deciderà di andare via da Parigi nel 1945 e trasferirsi in Montana, recidendo ogni legame del passato e con il passato.

A Froid, dove adesso vive, nessuno conosce la storia di questa “Sposa della guerra”, il motivo per il quale abbia lasciato la sua città per trasferirsi lì. Conduce una vita ritirata, soprattutto ora che è vedova, tiene lontani tutti, non permette a nessuno di avvicinarsi e creare un legame. Fino a quando, nel 1983, una adolescente di nome Lily bussa alla sua porta e le chiede di poterla intervistare per una un compito scolastico incentrato su Parigi.

Lily è una ragazzina costretta a crescere in fretta e assumersi il peso di grandi responsabilità, di adattarsi ad una nuova famiglia dopo la morte di sua madre, a reprimere la sua volontà a servizio delle necessità familiari, come se la sua voce non avesse da affermare nulla di sufficientemente importante.

Odile e Lily, apparentemente distanti tanto quanto la loro differenza di età, si scoprono poco alla volta, instaurano un legame. Odile quasi si rivede in quella ragazzina in fase di crescita, previene i suoi passi falsi, cerca di aprirle gli occhi e insegnarle le conseguenze delle sue azioni, e sarà a lei che confiderà il suo segreto, un segreto che pesa come un macigno sul cuore della bibliotecaria parigina.


Siete stati coraggiosi a tenere aperta la Library e a far sì che tutti potessero prendere in prestito i libri.
E’ incredibile quello che avete fatto. Avete dimostrato che durante il peggiore dei periodi la gente era ancora buona. Avete salvato i libri e le persone. Avete rischiato la vita per sfidare quei maledetti nazisti. E’ una cosa enorme.

La biblioteca di Parigi è molto più di un romanzo. E’ molto più di un elogio al potere dei libri e della letteratura.
E’ testimonianza, è memoria, è coraggio, è sacrificio, è storia. Gli eventi raccontati si basano su persone e fatti realmente accaduti. Durante la seconda guerra mondiale, l’American Library si rifiutò di chiudere i battenti. Lo staff tenne aperto, eroicamente, con temerarietà, abnegazione, altruismo. Una pagina poco nota che merita di essere raccontata e tramandata.

Questo libro possiede un’anima, l’anima di tutti coloro che hanno sfidato le tenebre per riportare la luce, di tutti coloro che si sono battuti, che hanno resistito, che non si sono arresi e hanno messo in pericolo la propria vita per proteggere e salvare i lettori e i libri, affinché potessero continuare a circolare e infondere speranza.

E’ stata una lettura intensa, emozionante, densa, alla quale ho partecipato con trasporto e commozione. Mi è entrato dentro, pagina dopo pagina, ricordandomi quanto la letteratura, le parole e la lettura possano essere determinanti, non solo su un piano puramente intellettuale, quanto nella sfera emotiva e umana delle persone, il loro valore incisivo nello sviluppo dell’empatia, quella capacità di indossare i panni altrui e non solo il proprio; allo stesso tempo, mi ha permesso di riflettere sulle diverse dinamiche che si attivano in momenti particolari e come le persone reagiscono agli eventi, come si relazionano, come affrontano eventi traumatici, sia da vittime, sia da carnefici, sia da persone che portano addosso il peso degli errori commessi.

E’ un romanzo vero, un romanzo che emana un’autenticità che mi ha toccata nel profondo. Ho seguito e sentito la storia di Odile e Lily, non come se stessi leggendo un libro, ma come se stessi ascoltando la testimonianza di un’amica: un racconto vicino, vicinissimo, così tanto da avere la sensazione di toccarlo, accarezzarlo e, da oggi, da dover custodire.


(ringrazio l’ufficio stampa Garzanti per la copia)