RECENSIONE: “L’annusatrice di libri”, di Desy Icardi (Fazi Editore)

Cari lettori e care lettrici de La Parola ai Libri,
la recensione di oggi riguarda un bellissimo romanzo scritto da Desy Icardi, dal titolo L’annusatrice di libri, pubblicato da Fazi Editore, di cui avrete sicuramente già sentito parlare. Come potrete intuire, la lettura mi è piaciuta moltissimo, di conseguenza, la consiglio con entusiasmo. Procediamo, come di consueto, per gradi:


SCHEDA TECNICA

Autore: Desy Icardi
Titolo: L’annusatrice di libri
Collana: Le strade
Numero Collana: 382
Pagine: 408
Codice isbn: 9788893254779
Prezzo in libreria: € 16
Codice isbn Epub: 9788893255509
Prezzo E-Book: € 4.99
Data Pubblicazione: 28-02-2019

TRAMA

Se si potesse leggere con l’olfatto, quale sarebbe l’odore dei libri?

Torino, 1957. Adelina ha quattordici anni e vive con la zia Amalia, una ricca vedova, parsimoniosa fino all’eccesso, che le dedica distratte attenzioni. Tra i banchi di scuola, la ragazza viene trattata come lo zimbello della classe: alla sua età, infatti, non è in grado di ricordare le lezioni e ha difficoltà a leggere. Il reverendo Kelley, suo severo professore, decide allora di affiancarle nello studio la brillante compagna Luisella. Se Adelina comincerà ad andare meglio a scuola, però, non sarà merito dell’aiuto dell’amica ma di un dono straordinario di cui sembra essere dotata: la capacità di leggere con l’olfatto. Questo talento, che la ragazza sperimenta tra le pagine di polverosi volumi di biblioteca, rappresenta tuttavia anche una minaccia: il padre di Luisella, un affascinante notaio implicato in traffici non sempre chiari, tenterà di servirsi di lei per decifrare il celebre manoscritto Voynich, “il codice più misterioso al mondo”, scritto in una lingua incomprensibile e mai decifrato. Se l’avidità del notaio rischierà di mettere a repentaglio la vita di Adelina, l’esperienza vissuta le lascerà il piacere insaziabile per i libri e la lettura.
In un appassionante gioco di rimandi letterari, il romanzo di Desy Icardi racconta dell’amore per i libri attraverso la storia di una lettrice speciale. Intrecciando le vicende della zia Amalia, tra modisterie e palchi del varietà negli anni Trenta, a quelle di Adelina, che arriveranno a sfiorare il mondo dei segreti alchemici, L’annusatrice di libri ci consegna una commedia avvincente e paradigmatica sul valore dei libri sviluppata con briosa ironia e grande garbo.


«Ora i volumi tutti intorno spandevano prepotentemente le loro fragranze, tra le quali prevaleva il profumo d’incenso e l’odore umido e maestoso delle cattedrali. Adelina iniziò a prendere in mano testi a caso: alcuni odoravano di rose, martirio ed estasi; altri di pane e carità; altri ancora avevano il sentore asprigno della pedanteria e l’appiccicoso aroma della retorica. Infine, l’avida lettrice decise di farsi sedurre da un altro paio di profumi: quello di un grande volume che odorava di gelsomino e un altro proveniente da un libriccino che sapeva di legno di sandalo».


RECENSIONE

La capacità di sottrarre il lettore dalla realtà e trasportarlo completamente nel libro, assorbendo ogni sua attenzione e suscitando un totale coinvolgimento nei confronti delle vicende è, senza dubbio, un talento che non hanno tutti gli scrittori e le scrittrici viventi e non viventi. Desy Icardi lo possiede. Questo romanzo mi ha ricordato l’atto primario che la lettura mi ha insegnato da piccola, quando lessi per la prima volta un libro: il potere dell’immaginazione, la forza dalla quale ci si lascia sedurre e ammaliare e che trasforma l’improbabile in possibile e giustificabile. Da quanto ho potuto stabilire frequentando anche virtualmente il popolo degli amanti dei libri ho compreso che esistono due tipi di lettori: quelli che non annusano i libri e quelli che lo fanno con voracità, magari sognando ad occhi aperti di poter estrapolare la storia attraverso l’olfatto. Ecco la magia che sprigiona l’immaginazione. Io appartengo alla schiera dei lettori che accarezzano la copertina, sfogliano il volume e lo annusano chiudendo gli occhi; sono vittima felice della suggestione di quel profumo.

Il romanzo presenta, secondo me, un interessante punto di forza. Esso alterna la narrazione di due storie che spingono il lettore alla curiosità di scoprire come evolveranno le vicende di ognuno dei due personaggi interessati. E si alternano anche due piani temporali: Torino anni Sessanta e lo sfondo della città durante il ventennio fascista. Le due storie parallele riguardano quella di Adelina, una giovane ragazza di quattordici anni che da un paesino dell’alto Monferrato, in campagna, viene mandata in città, a Torino, per frequentare l’Istituto Maria Cristina di Savoia. Ha uno strano talento, quello di leggere i libri attraverso l’olfatto, annusandoli; leggere con gli occhi le crea enormi difficoltà,

Le lettere stampate sui libri da qualche mese le facevano paura. Osservate una per una, le lettere erano calme e tranquille proprio come i numeri, ma una volta che si univano le parole, frasi e paragrafi, ecco che iniziavano a ballare, nascondersi e sfuggire al suo controllo.

La seconda si concentra sulla zia di Adelina, Amalia, che le offre ospitalità in casa sua, in cambio di un compenso economico che mensilmente, suo fratello (nonché padre di Adelina) le invia. Amalia è, nel presente, una donna facoltosa, ma estremamente spilorcia, attenta al centesimo fino all’osso, pur potendosi permettere una vita di agi e lussi, sceglie di privarsi di tante comodità, reputando qualsiasi cosa che non sia essenziale, uno spreco.

Molti anni prima, era arrivata a Torino con le pezze non soltanto sul didietro, ma dappertutto, eppure era diventata madama Peyran. Aveva saputo fare i soldi e soprattutto era riuscita a conservarli, e non ci cascava mica in quelle storie di tinture per capelli, cosmetici e bei vestiti.

Penso che la trama del romanzo sia sviluppata egregiamente, i personaggi sono ben caratterizzati, ognuno ricopre con coerenza il suo ruolo, per cui oltre alle due protagoniste, apprezziamo anche le figure secondarie che popolano la storia, sia quelle positive, sia quelle negative, quelle che scelgono il bene, quelle che scelgono il male, quelle che si evolveranno, quelle destinate a restare immutate. Ma nessuno di loro è solo “buono” o solo “cattivo”.  Ecco perché li sentiamo vicini e perché li reputiamo credibili. I colpi di scena non mancano durante la lettura (per entrambe le storie che si alternano), perché come possiamo aspettarci che il talento di Adelina non inneschi la miccia dell’ambizione e le mire di interesse da parte di qualcuno? Quel qualcuno, il padre di una sua compagna di classe, il notaio Vergnano, uomo affascinante, ma con tanti segreti e scheletri nell’armadio, vuole servirsi di lei per decifrare un antico manoscritto e non si farà scrupoli, cercando anche l’appoggio del professore della ragazza, il severo padre Kelley, sollevando l’importanza del riuscire a leggere un manoscritto mai decifrato in precedenza. Al contempo, il passato di zia Amalia ci terrà sempre più incollati al romanzo, e ci permetterà di comprendere come mai lei sia la donna che è diventata, i sacrifici e le astuzie utilizzate per “crearsi una posizione”, il timore di restare zitella e povera, il lavoro da modista prima, come assistente di un mago in teatro poi, le amicizie, le esperienze, la furbizia di una donna che arriva a sposare un ottimo partito. Il passato delle persone, spesso, ci consente di comprenderle, di fare luce su ciò che in apparenza saremmo portati a giudicare.

Ci sono persone nate nella miseria che, non appena riescono a ottenere un po’ di agiatezza, si rifanno di tutte le ristrettezze patite, e ce ne sono altre che, come Amalia, una volta divenute abbienti trascorrono il resto della loro vita tagliando gli spiccioli in quattro e camminando a braccetto con l’indigenza, nel terrore di perdere la ricchezza acquisita della quale alla fine non godranno mai.

La scrittura di Desy Icardi è piacevole, scorrevole, fluida e a tratti ironica e pungente. Innumerevoli sono i rimandi letterari ad opere del passato che non solo suscitano il nostro interesse, ma affascinano e arricchiscono di bellezza la struttura del romanzo, creando una serie di parallelismi sottili e arguti.

Un romanzo che celebra l’amore per i libri e per la letteratura, che dimostra quanto la lettura possa toccarci, stimolare le nostre emozioni, ma anche il nostro intelletto; fa comprendere quanto essa possa sorprendere anche la più restia delle persone a lasciarsi andare, a mettersi in gioco, a provare, un po’ come zia Amalia,

… era accaduto qualcosa di apparentemente insignificante, ma per lei straordinario: aveva imparato a trarre piacere dalla lettura.

I romanzi, le storie che contengono e custodiscono, hanno un potere importantissimo: possono salvare, illuminare, dare una svolta alle nostre vite, ci aiutano a conoscerci meglio, di volta in volta. L’annusatrice di libri ce lo rammenta, e lo fa in modo egregio.

Questo è il bello dei romanzi: ti mostrano le conseguenze degli errori umani, sollevandoti dalla fatica di doverli sperimentare tu stessa.

Sono felicissima di averlo letto, divorato, annusato! Ve lo consiglio con entusiasmo, lettori, vedrete che saprà emozionarvi con il suo irresistibile profumo!


ALLA PROSSIMA RECENSIONE!